Custodisci le vite, le visite cadute come foglie sul viale Ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste Così lo scrittore e poeta napoletano Erri De Luca in questa “preghiera laica” si rivolge al Mediterraneo per ricordare le vittime dei naufragi, alle quali le onde del mare nostro fanno da carezza, da abbraccio, bacio in fronte di padre e madre prima di partire. Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo sia benedetto il tuo sale sia benedetto il tuo fondale accogli le gremite imbarcazioni senza una strada sopra le tue onde i pescatori usciti nella notte le loro reti tra le tue creature che tornano al mattino con la pesca dei naufraghi salvati. Mare nostro che non sei nei cieli all’alba sei colore del frumento al tramonto dell’uva di vendemmia ti abbiamo seminato di annegati più di qualunque età delle tempeste Mare nostro che non sei nei cieli tu sei più giusto della terra ferma pure quando sollevi
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