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ITALIANO ATTRAVERSO LE REGIONI


QUALCHE INFORMAZIONE DI GEOGRAFIA





Carta geografica dell'Italia secondo
la
Geografia di Claudio Tolomeo.
A cura di Gerard Mercator, 1º edizione del 1578
L'Italia è divisa in 20 regioni e ogni regione è divisa in province. Le province sono divise in comuni.
I
n ogni regione c'è un capoluogo (per esempio il capoluogo della Campania è Napoli) e ci sono "altre città "importanti" che sono i capoluoghi di provincia (per esempio in Campania sono Avellino, Benevento, Caserta e Salerno).
Dal 1997 il numero delle province è aumentato: perfino gli italiani lo dimenticano e quindi, domandando a un italiano se città come Crotone, Vibo Valentia, Verbania o Biella sono province, facilmente vi risponderà di no; e difficilmente ricorderà in che regione si trovano. Diamo qui per questo un piccolo schema:


Regione
Numero
Comuni
Province
Abruzzo
L'Aquila, Chieti, Pescara, Teramo
Basilicata

Potenza, Matera
Calabria

Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia
Campania

Napoli, Avellino, Benevento, Caserta, Salerno
Emilia-Romagna

Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini
Friuli-Venezia Giulia

Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine
Lazio

Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo
Liguria

Genova, Imperia, La Spezia, Savona
Lombardia

Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio, Varese
Marche

Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro
Molise

Campobasso, Isernia
Piemonte

Torino, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania, Vercelli
Puglia

Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto
Sardegna

Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari
Sicilia
Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa, Trapani
Toscana

Firenze, Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato, Siena
Trentino-Alto Adige

Trento, Bolzano
Umbria

Perugia, Terni
Valle d'Aosta

Aosta
Veneto

Venezia, Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza

Il territorio complessivo dello Stato è di 301.401 Km². La popolazione è di circa 57 milioni di abitanti.
La Regione più grande è la Sicilia (25.707 Km²), mentre la più piccola è la Valle d'Aosta (3.264 Km²).

La Regione più popolata è la Lombardia con circa 9 milioni di abitanti e la meno popolata è la Valle d'Aosta che ha meno di 150.000 abitanti.

La Regione con maggior densità di popolazione è invece la Campania con 425 abitanti per Km². Sempre la Valle d'Aosta è la regione con minore densità di popolazione: 37 abitanti per Km².

Il punto più a nord dello stato italiano è la Vetta d'Italia, in Trentino Alto Adige. Il punto più a sud è Punta Pesce Spada, nell'isola di Lampedusa. 
Il monte più alto è il Monte Bianco in Valle d'Aosta (4.810 metri).  Le tre città più popolose sono Roma (circa 2 milioni e mezzo di abitanti), Milano (circa un milione e mezzo) e Napoli (circa un milione).
 

Oltre alla Sicilia e alla Sardegna, in Italia ci sono numerose isole di dimensioni molto più piccole, notissime soprattutto per il turismo:
 
 Isola
Km²
Regione 


 Sicilia
25.426 
Sicilia 
 Sardegna
23.813 
Sardegna 
 Elba
223,5 
Toscana 
 Sant'Antioco
109 
Sardegna 
 Pantelleria
83 
Sicilia 
 San Pietro
51,3 
Sardegna 
 Asinara
50,9 
Sardegna 
 Ischia
46,4 
Campania 
 Lipari
37,3 
Sicilia 
 Salina
26,4 
Sicilia 
 Giglio
21,2 
Toscana 
 Vulcano
20,9 
Sicilia 
 Lampedusa
20,2 
Sicilia 
 La Maddalena
20,1 
Sardegna 
 Favignana
19,8 
Sicilia 
 Capraia
19,3 
Toscana 
 Caprera
15,8 
Sardegna 
 Maréttimo
12,3 
Sicilia 
 Stromboli
12,2 
Sicilia 
 Capri
10,4 
Campania 
 Montecristo
10,4 
Toscana 
 Pianosa
10,3 
Toscana 








 





 
QUI SUCCEDE UN 48...L'Italia come nazione unitaria è piuttosto giovane: ha più di 150 anni. Nasce nel 1861 (proclamazione del Regno d'Italia), ma Roma ne diventa la capitale ufficialmente solo nel 1871, dopo la conquista ad opera dei bersaglieri (Breccia di Porta Pia, 1870).
Fino ad allora la penisola è divisa in tanti Stati diversi, alcuni governati da potenze straniere (in modo diretto o indiretto).



Una divisione iniziata molti secoli prima, quando un popolo nomade, i Longobardi, arriva in Italia e ci si stabilisce (568). A quell'epoca la penisola fa parte dell'Impero Romano d'Oriente (Impero Bizantino).
I Longobardi conquistano il territorio a macchia di leopardo, avviando una frammentazione che proseguirà, ampliandosi e complicandosi, per i 13 secoli successivi.
È proprio in questo periodo che il papa, capo religioso dei fedeli, comincia ad esercitare anche il ruolo di capo politico di uno stato territoriale, lo Stato della Chiesa, che progressivamente si forma in Italia centrale.
Secondo la tradizione, il potere politico viene dato al papa direttamente dall'imperatore Costantino con la cosiddetta Donazione di Costantino, un documento che in realtà è un falso. Sta di fatto che per secoli il papa esercita anche il potere "temporale",comportandosi come un qualunque sovrano laico: promulga leggi, dichiara la guerra, mantiene la giustizia (e nello Stato vige, come dovunque, la pena di morte).

Tutto questo finisce nel 1870: l'Italia torna definitivamente unita e il papa riprende il suo ruolo naturale di capo solo spirituale dei cattolici. O, almeno, così dovrebbe essere.
Per gli italiani il XIX secolo è quindi il periodo delle rivolte (moti insurrezionali) e delle guerre (guerre d'indipendenza) fatte per l'unificazione della penisola: è chiamato, per questo, Risorgimento.

Tanti sono stati i protagonisti, ma bisogna citarne almeno quattro.
- Vittorio Emanuele II di Savoia, punto di riferimento delle lotte risorgimentali. Primo re d'Italia e "Padre della Patria".
- Camillo Benso, conte di Cavour, statista e diplomatico, abilissimo nell'intrecciare alleanze apparentemente inconciliabili (come quella con Garibaldi).
- Giuseppe Mazzini, ideologo e rivoluzionario, poco incline al compromesso. Fondatore della "Giovane Italia" (1831) e promotore di insurrezioni. Gli storici revisionisti lo considerano un terrorista (per qualcuno è il padre spirituale delle Brigate Rosse).
- Giuseppe Garibaldi, patriota, generale, socialista. Chiamato "Eroe dei due Mondi" e "Leone della Libertà", è una specie di Che Guevara dell'Ottocento. Attaccato dagli storici revisionisti per il suo laicismo e anticlericalismo.

UNA SINTETICA CRONOLOGIA

1817   Primo moto insurrezionale a Macerata (Stato della Chiesa, oggi Marche)

1820-21 insurrezioni a Napoli (Gugliemo Pepe) e Palermo (Regno delle Due Sicilie); rivolte a Torino, Alessandria e Fossano (Piemonte)
1830-31  Moti insurrezionali a Torino, nei Ducati di Parma e di Modena (Ciro Menotti), e in Romagna (Stato della Chiesa)

1844  Moto mazziniano dei Fratelli Bandiera a Cosenza (Regno delle Due Sicilie)

1848    Moti rivoluzionari diffusi in tutta la penisola: Napoli, Palermo, Milano (Cinque giornate di Milano), Venezia (Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, proclamazione della Repubblicadi San Marco il 22 marzo) Prima Guerra d'Indipendenza, dei Savoia (Regno di Sardegna) contro l'Austria.  Sconfitta di Custoza e armistizio. Fuga di papa Pio IX a Gaeta (24 novembre)

1849   Repubblica Romana (Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Carlo Armellini). Proclamata il 5 febbraio. Assalto francese il 30 aprile e vittoria di Garibaldi, a Porta San Pancrazio. Assedio francese (3 giugno - 2 luglio), resistenza sul Gianicolo guidata da Garibaldi, sconfitta. Fine della Repubblica Romana e ritorno di Pio IX (1850). Uno dei patrioti morti nella difesa di Roma, Goffredo Mameli, è l'autore dell'inno nazionale Fratelli d'Italia.
Il 24 agosto, dopo un lungo assedio, si arrende la Repubblica di San Marco
1857  Spedizione insurrezionale a Sapri, di Carlo Pisacane (giugno)

1859   Seconda Guerra d'Indipendenza contro l'Austria (che, sconfitta, cede la Lombardia) e insurrezioni varie negli stati italiani settentrionali (Toscana, Modena, Parma; Emilia e Romagna pontificie), che con un plebiscito aderiscono al regno dei Savoia

1860-61   Spedizione dei Mille nel Regno delle Due Sicilie, e vittoria di Giuseppe Garibaldi.

1861     Proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo. Torino capitale provvisoria.

1865       Firenze capitale provvisoria del Regno d'Italia.

1866       Terza Guerra d'Indipendenza, con la quale l'Austria cede al Regno d'Italia Mantova e il Veneto.

1870       Breccia di Porta Pia e ingresso dei Bersaglieri a Roma (20 settembre). Finisce il potere temporale dei Papi.

1871    Roma capitale d'Italia (1° luglio)

1916-18 Molti considerano la Prima Guerra Mondiale come la Quarta Guerra d'Indipendenza, in quanto l'Italia ottiene l'Alto Adige, il Trentino e il Friuli.
Sono passati cento anni da quel primo moto insurrezionale a Macerata (nelle mie Marche).


IL TESTO DELL'INNO NAZIONALE ITALIANO: 
IL FAMOSO 'INNO DI MAMELI'

In molti criticano questo testo: troppo retorico, si dice, pomposo, parole arcaiche, dell'Ottocento.
Be', che le parole siano molto "Ottocentesche" non c'è dubbio, ma che altro poteva fare uno che scriveva nel 1847? E comunque guardate i testi degli altri inni nazionali e vedrete che come retorica non scherzano nemmeno loro.
E poi retorico... Sarebbe retorico quel "Siam pronti alla morte"? Be', però se pensate che il testo è stato scritto da uno che poi è morto a 22 anni combattendo per le sue idee, mi pare che non sia così retorico.








Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 


Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 


Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
 

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì! 
l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.
Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.
coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.
calpesti: calpestati
Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.
una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora.fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale.
per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci.
Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)
Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa
Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V.
Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi
I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani
Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne.
Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori


 

Strana storia quella dell'Inno Nazionale italiano.
Il testo lo ha scritto nel 1847 un ragazzo genovese di vent'anni, Goffredo Mameli. Un altro genovese, Michele Novaro, lo ha messo in musica poco dopo.
Sono gli anni del
Risorgimento, il periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l'Italia comincia la lotta che la porterà alla sua definitiva unificazione.
Goffredo Mameli è un giovanissimo poeta e combattente che partecipa entusiasticamente alle battaglie di quegli anni.
Nel 1849 è a Roma, dove è nata la Repubblica Romana.
A Roma combatte al fianco di Garibaldi contro i francesi  e, ferito ad una gamba, muore per la cancrena, all'età di 22 anni. Il canto di Mameli-Novaro (noto con il nome di "Fratelli d'Italia", dalle parole del primo verso) fu subito accettato dai giovani combattenti del Risorgimento come il loro Inno nazionale.



Chiaramente a noi moderni il testo sembra molto retorico e la musica  sembra una marcetta non troppo solenne, specialmente se suonata da una banda militare. Ma quel testo scritto di getto, spontaneo, appassionato e composto poi da un giovanissimo combattente per la libertà, sembrava il più adatto a simboleggiare la giovane Italia rivoluzionaria.
Tuttavia i "limiti artistici" di quella composizione portarono lo stesso Mazzini, nel 1848, a chiedere a Mameli di scrivere un nuovo inno.
 
Questo sarebbe stato musicato da Giuseppe Verdi e sarebbe dovuto diventare  la "Marsigliese" della nuova Italia.
Il risultato pare che sia stato catastrofico: la più brutta musica scritta da Giuseppe Verdi e un testo assolutamente non appassionante.
Insomma, "Fratelli d'Italia" resta così il simbolo del Risorgimento italiano.
Durante il Fascismo "Fratelli d'Italia" va un po' fuori moda: i fascisti infatti preferivano cantare le loro marce.
 
Nel 1946, con la nascita della moderna Repubblica Italiana, si decide che "provvisoriamente" quella musica poteva essere adottata come Inno Nazionale. Provvisoriamente: perché prima di tutto si doveva trovare un'altra musica, magari più bella, adatta a rappresentare lo Stato Italiano. E qualche problema c'era anche perché il testo avrebbe potuto disturbare il Papa (Mameli evidentemente non aveva una grande simpatia per il Vaticano). Ma si sa, in Italia niente è più definitivo delle cose provvisorie, e 'Fratelli d'Italia¡ è rimasto il nostro caro inno nazionale.




LE CANZONI DELLA MUSICA LEGGERA CHE PARLANO DELL'ITALIA




Scrivere canzoni per raccontare la propria identità nazionale, per esaltarla o criticarla, con testi leggeri e  venati di patriottismo o, invece,  frutto di un reale impegno politico e sociale, è stata una caratteristica costante, nel mondo della canzone pop italiana, a partire dagli anni 80:  'Viva l'Italia' di Francesco De Gregori, 'Oh, Italia' di Antonello Venditti,“In Italia si sta male (si sta bene anziché no)” di Rino Gaetano,  la famossima “L’Italiano”, di Toto Cotugno (emblema degli Italiani all’estero e ricca di stereotipi: la passione per la musica e il canto, le donne compiacenti, l’arte, la buona tavola con il caffè ristretto, l’atmosfera accogliente della famiglia, con le sue tradizioni e i piccoli dettagli che fanno sentire a casa), “Dolce Italia” di Eugenio Finardi,“Italia” di Mino Reitano, “Italia d’oro” di Pierangelo Bertoli, “L’Italiana”, di Renato Zero,“Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber, "All’Italia” di Luciano Ligabue, "Italiani” scritto da Eugenio Bennato per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e l'ultima e più recente “Italia, amore mio” di  Luca Canonici, Emanuele Filiberto e Pupo.
  Tutte queste canzoni offrono, con sincerità, spesso con retorica, uno spaccato del modo in cui la fascia più ampia dell’opinione pubblica italiana ha percepito la propria identità nazionale nell’arco di circa trentacinque anni, di fronte agli eventi della storia. 

Vi propongo, oggi, l'ascolto di 'Io non mi sento italiano' contenuto nell'ultimo album di Giorgio Gaber, uscito poche settimane dopo la sua morte, nel gennaio 2003. Il testo della canzone è una sorta di lettera in musica indirizzata a un ipotetico presidente, per comunicargli di non sentire alcuna appartenza nazionale, in quanto “tranne Garibaldi / e altri eroi gloriosi / non vedo alcun motivo / per essere orgogliosi” e, contro ogni topos “questo bel Paese / pieno di poesia / ha tante pretese / ma nel nostro mondo occidentale / è la periferia!”.



IO NON MI SENTO ITALIANO 


Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.

Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.

Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.

E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.

Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.

Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.

Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.

Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.

Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.



Il Friuli Venezia Giulia


Il Friuli Venezia Giulia è una delle cinque regioni a statuto speciale, si trova nel nordest dell’Italia. È composta da due regioni storico-geografiche con caratteristiche culturali diverse: il Friuli, che costituisce la larghissima maggioranza della sua superficie, e la Venezia Giulia, rimasta all'Italia dopo la seconda guerra mondiale. I confini sono: a nord l'Austria, ad est la Slovenia, ad ovest il Veneto e a sud il mare Adriatico. La regione ha assunto la sua conformazione attuale nel 1963, ed è suddivisa in 4 province: Trieste (il capoluogo), Gorizia, Pordenone e Udine. 1 milione 236 mila gli abitanti (i friulani e i giuliani) nel 2011. La densità della popolazione è 157,57 abitanti per km quadrato, un po’ sotto la media nazionale. Il reddito pro-capite (circa 29.292 Euro) è uno dei più alti in Italia. Il Friuli Venezia Giulia è un caso del tutto singolare tra le regioni italiane. La geografia lo ha posto al confine con due realtà etnico-linguistiche del continente europeo: quella germanica e quella slava, che qui insieme all'etnia e cultura predominante (quella latina) hanno dialogato e si sono armonizzate, ma che si sono anche scontrate, creando nei secoli molteplici diversità.
Toponimo
Il nome Friuli è di origine romana e deriva dalla città di Forum Iulii (ora chiamata Cividale del Friuli) fondata da Giulio Cesare verso la metà del I secolo a.C. e divenuta il capoluogo della regione Venetia et Histria. Con le invasioni barbariche il nome, contrattosi nella forma attuale, fu esteso a tutta la regione circostante sulla quale la città esercitava la sua giurisdizione, che divenne prima ducato, poi la marca ed infine la contea del Friuli. Anche il nome Venezia Giulia si richiama alla tradizione romana della Venetia et Histria e delle Alpes Iuliae, ricordando il substrato dei venetici e le imprese di Giulio Cesare e di Cesare Ottaviano Augusto, entrambi della Gens Iulia.

Parole chiave per capire la regione:
- Montuosa (42,5% sono montagne, 38,1% sono pianure e 19,3% sono colline);
- Il Carso, noto anche come Altopiano Carsico o Carsia, è un altopiano roccioso calcareo, che si estende a cavallo tra nord-est dell'Italia (provincia di Gorizia e Trieste), Slovenia e Croazia. Le caratteristiche del Carso (il carsismo): è un fenomeno erosivo, conseguenza del processo di carbonatazione, in cui l'acqua della pioggia, che contiene disciolta l'anidride carbonica, altera chimicamente i rilievi calcarei e ne erode numerose porzioni, fino a creare un paesaggio ricco di forme particolari. Il Carso è ricco di migliaia di grotte di varie dimensioni, per cui nel territorio si sono sviluppate molte società speleologiche. Alcune di queste grotte sono aperte alla visita del pubblico. Le più famose sono la grotta Gigante, le grotte di San Canziano e le grotte di Postumia (queste in Slovenia). Il Carso è attraversato da una ricchissima rete di sentieri, percorribili a piedi o in mountain bike, che si diramano attraverso i vari aspetti del paesaggio: dai colli rimboschiti a pino nero, ai prati, sino alla landa carsica pietrosa.



Il Carso visto dalla parte italiana
  




- la Bora: un detto tipicamente triestino dice: "la Bora nassi in Dalmazia, la se scadena a Trieste e la mori a Venezia" (la bora nasce in Dalmazia, si scatena a Trieste e muore a Venezia). E' il fenomeno meteo più rappresentativo della provincia di Trieste, nonché uno dei più importanti di tutto il bacino del Mediterraneo. E' il vento più forte e frequente del Mare Nostrum, a raffiche impetuose, che possono assumere caratteristiche simili a quelle dei venti generati dagli uragani. Le raffiche raggiungono l'intensità massima lungo le rive di Trieste, in prossimità del centro cittadino. Le case del capoluogo giuliano hanno pareti portanti più spesse della norma nella direzione di provenienza del vento e alcune finestre, in zone con vegetazione, hanno protezioni in acciaio. Nel 1954, 1980 e 1983, deflussi di bora eccezionale portarono a registrare punte superiori ai 160-170km/h con medie orarie prossime ad i 100km/h.
- Emigrazione: l’economia depressa, le vicende belliche e i cambiamenti territoriali hanno fatto di questa regione una terra di migranti tra la fine dell’Ottocento e la fine della Seconda Guerra Mondiale, le mete con il maggior flusso di friulani furono gli Stati Uniti e l’Argentina.
- Immigrazione: dagli anni ’70 il flusso migratorio è cambiato grazie allo sviluppo industriale: molti italiani e stranieri si sono trasferiti nel Friuli per far parte della ricostruzione della regione dopo il Terremoto del 1976.
- Numerose le piccole aziende a conduzione familiare, con produzioni di vario tipo.
- Più di 50 mila sono gli immigrati stranieri. 

Personaggi famosi: Carlo Tullio Altan (disegnatore satirico), Enzo Bearzot, Dino Zoff, Ferruccio Valcareggi (calciatori e allenatori di calcio), Guglielmo Oberdan (irredentista), Italo Svevo (scrittore e dramaturgo), Pier Paolo Pasolini (intellettuale, poeta, regista e scrittore), Umberto Saba (poeta), Claudio Magris (scrittore), Ottavio Missoni (stilista), Carlo Rubbia (scienziato, premio Nobel per la Fisica), Lelio Luttazzi (showman), Tina Modotti (fotografa).

Enogastronomia: il prosciutto di San Daniele, il formaggio Montasio DOP, la torta Presnitz (con cioccolato e frutta secca). Tra i vini: il Tocai, il Ramandolo, il Picolit, la Ribolla gialla, il Refosco dal peduncolo rosso. Naturalmente, non possono mancare le grappe.

Tradizioni: il carnevale di Sauris e le maschere di Rölar e Kheirar.
Danze tipiche: la Schiarazula marazula, un ballo tipico del Friuli che si ritiene risalente a prima del 1500, con origini che risalgono a epoca medievale. In una lettera di denuncia all'inquisizione del 1624 si segnala che donne e uomini del paese friulano di Palazzolo eseguissero questa danza cantando in due cori per evocare la pioggia. Di tale ballo è pervenuta una versione scritta nel volume Il primo libro dei balli accomodati per cantar et sonar d'ogni sorte de instromenti di Giorgio Mainerio del 1576. Il brano è stato ripreso da diversi gruppi e autori moderni, chi lo rese famoso è stato il cantautore Angelo Branduardi che lo ha usato come tema principale per il suo brano Ballo in fa diesis minore incluso nel suo album La pulce d'acqua del 1977. Questo brano ha contribuito alla diffusione e alla conoscenza di questa antica melodia. 

Sono io la morte e porto corona,
io Son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.

Sono io la morte e porto corona,
io son di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora

Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora 


Monumenti famosi: Piazza Unità d’Italia, il Castello di Miramare e il Faro della Vittoria a Trieste. Sempre a Trieste troviamo la Risiera di San Sabba,un lager nazista, utilizzato per il transito, la detenzione e l'eliminazione di un gran numero di detenuti, in prevalenza prigionieri politici ed ebrei. Oggi la risiera è divenuta un museo. Nel 1965 è stata dichiarata monumento nazionale.
Sorge a Redipuglia, in provincia di Gorizia, il SacrarioMilitare: un monumentale cimitero costruito in epoca fascista e dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Il monumento è il fulcro di un parco commemorativo di oltre 100 ettari che comprende una parte del Carso goriziano-monfalconese, teatro durante la Grande guerra di durissime battaglie (battaglie dell'Isonzo). Le enormi dimensioni e l'ampia area coinvolta a parco della memoria ne fanno il più grande sacrario militare d'Italia e uno dei più grandi al mondo.
Nella città di Udine: la Piazza Libertà.
Ad Aquileia (in provincia di Udine, colonia romana fondata nel 181 a.C., fu capitale della X regione augustea e metropoli della chiesa cristiana. Insieme con Ravenna e Brescia è il più importante sito archeologico dell'Italia settentrionale e, con Cividale del Friuli e Udine, è stata una delle capitali storiche del Friuli) la Basilica di Santa Maria Assunta, risalente all'anno 1000 circa e rappresenta, con i suoi magnifici mosaici del IV secolo, un ineguagliato esempio di architettura religiosa.

 Piazza Unità d'Italia a Trieste


Il faro della Vittoria a Trieste


Il castello di Miramare a Trieste 



Loggia del Lionelle a Udine

Piazza della Libertà a Udine



Interno della Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia
 Esterno della Basilica di Aquileia


Cripta della basilica
 Foro Romano di Aquileia



Risiera di San Saba a Trieste



Le lingue ed i dialetti:
- il friulano, nel Friuli, è la principale lingua minoritaria della regione ed è utilizzato in ambito domestico, a volte lavorativo, e nei circoli culturali. Per quanto riguarda l'uso scritto, esistono diversi giornali locali interamente in lingua friulana.
- Lo sloveno è diffuso nella parte orientale della regione a ridosso del confine con la Slovenia (circa 61.000 parlanti) e possiede il riconoscimento del suo uso in sede amministrativa ufficiale nei 6 comuni della provincia di Trieste e in 8 comuni su 25 della Provincia di Gorizia, nei quali vi sono scuole statali di ogni ordine e grado in lingua slovena (l'italiano viene studiato a parte, ma alla pari) e viene fornita la Carta d'identità bilingue.
- Il tedesco, insediato in Val Canale (dove convive con il gruppo linguistico friulano e con quello sloveno) e in due piccole "isole" linguistiche in provincia di Udine, cioè il comune di Sauris e la frazione di Timau appartenente quest'ultima al comune di Paluzza. Mentre in Val Canale e a Timau si parlano dialetti di tipo carinziano, il tedesco parlato a Sauris è imparentato con le parlate tirolesi. Non esistono statistiche ufficiali sul numero dei parlanti. Dal 1999 il tedesco gode in regione di un livello minimo di tutela.
- In Venezia Giulia l'italiano è la lingua più diffusa, con uno status dominante e viene parlata dalla gran maggioranza della popolazione. I dialetti romanzi parlati sono di tipo veneto: il triestino è una parlata che ha sostituito il tergestino, strettamente imparentato al friulano. Infatti dopo il 1719 - anno in cui la Casa d'Austria scelse Trieste per costruire il suo principale porto commerciale - la popolazione triestina passò dai seimila abitanti del 1740 agli oltre duecentomila di metà Ottocento, provocando un cambio linguistico determinato dalla massiccia immigrazione di popolazioni di lingua veneta.















Il nini muàrt  

Sera imbarlumida, tal fossàl
a cres l'aga, na fèmina plena
a ciamina pal ciamp.
 

Jo ti recuardi, Narcís, ti vèvis il colòur
da la sera, quand li ciampanis
a súnin di muàrt.

di Pier Paolo Pasolini in 'Poesie a Casarsa'















Il fanciullo morto

Sera luminosa, nel fosso
cresce l'acqua, una donna incinta
cammina per il campo.
 
Io ti ricordo, Narciso, avevi il colore
della sera, quando le campane
suonano a morto.
















E per concludere, una canzone in friulano di Toni Bruna. Bruna è figlio di esuli istriani insediatisi nella periferia della città di Trieste. Per questo semplice motivo scrive e canta in friulano. La scelta del dialetto non mira quindi alla sua conservazione ma è una scelta determinata da circostanze naturali.
Il dialetto come elemento fondamentale della propria intimità, come il codice verbale appreso attraverso la naturale imitazione dei suoni percepiti sin dalla prima infanzia. La propria lingua come unica lingua possibile.
Toni Bruna vive a tutt’oggi nella cittá di Trieste ma vorrebbe ritornare sul Carso dove ha trascorso la prima metá della sua vita. Di mestiere fa il falegname. “Formigole” è il suo esordio discografico, dieci tracce per un disco fatto in casa con cura e perizia artigianali.
Le sue canzoni sembrano non aver struttura, sono asimmetriche e inaspettate, costruite su un dettaglio, una parola, un suono su cui tutto si poggia e da cui cresce e si sviluppa il resto.





Il Trentino-Alto Adige

 


 Il Trentino Alto-Adige è una regione dell’Italia settentrionale. La Regione ha due nomi perché consta di due parti distinte. La parte meridionale, il Trentino, prende il nome dal suo capoluogo, Trento, che è l'antico municipio romano di Tridenfum. La parte settentrionale è denominata Alto Adige in quanto corrisponde al bacino del corso superiore di questo fiume. Il nome tedesco dell'Alto Adige è Sud Tirolo (Siidtirol).
Fino al 1918 esso fece parte della provincia austriaca del Tirolo. Dal 1918, tutta la Regione si chiamò Venezia Tridentina e tale nome le rimase fino al 1948, anno in cui ebbe la denominazione attuale.
Posizione e confini: 
  Il Trentino Alto Adige è la regione italiana posta più a nord. Il suo territorio si estende sul versante meridionale di un tratto delle Alpi orientali e comprende il bacino montano deII'Adige. A nord, il confine della Regione coincide con la frontiera dell'Italia con la Svizzera (Cantone dei Grigioni) e con l'Austria (Tirolo).
Nelle altre parti il territorio è limitato dal Veneto e dalla Lombardia e, a sud, comprende la punta estrema del Lago di Garda.La Regione è divisa in 2 province: Trento (TN) e Bolzano (BZ). Capoluogo regionale è Trento. Il Trentino Alto Adige è una delle regioni autonome a statuto speciale, ma a ciascuna delle due province sono state concesse delle autonomie anche nei confronti degli organi amministrativi della Regione stessa, e quindi esse costituiscono quasi due piccole regioni distinte. Il consiglio regionale si riunisce alternativamente a Trento e a Bolzano.
1milione e 45mila gli abitanti (i trentini e gli altoatesini o sudtirolesi) nel 2011. La densità della popolazione è 76 abitanti per km quadrato, ben inferiore alla media nazionale di 198. Il reddito pro-capite è pari a 20.642 Euro (tra i più alti in Italia).
Insieme al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, il Trentino-Alto Adige appartiene alla macroarea geografica del Triveneto. Invece, insieme allo Stato Federato del Tirolo il Trentino-Alto Adige costituisce un’Euroregione.

 I due siti ufficiali di turismo sono:
Il sito ufficilae del turismo in Trentino 

Parole chiave per capire la regione:
- quasi esclusivamente montuosa, occupata dalle Alpi Atesine (a nord, al confine austriaco), le Alpi Retiche (a occidente, lungo il confine con la Lombardia) e dalle Dolomiti (a oriente, lungo il confine con il Veneto. Le Dolomiti sono una singolarità delle Alpi. Il loro colore muta nelle diverse ore del giorno e nelle diverse stagioni e va dal bianco e dal grigio all'ocra pallido, al rosa intenso e al violetto. Diversamente dalle altre montagne, esse sono costituite da una roccia particolare, la dolòmia, che è emersa dal fondo del mare milioni di anni fa e che il vento, la pioggia, la neve, l'avvicendarsi del gelo e del disgelo hanno eroso dando le le forme piu fantastiche). Le catene alpine si innalzano fino a quote di 2700–3900 m.. Numerosi sono quindi le valli e i laghi alpini, spesso di piccole dimensioni. 10 sono i parchi provinciali e uno nazionale: il parco dello Stelvio.
 LE DOLOMITI


 - Il territorio della Regione è solcato per tutta la sua lunghezza dalla valle dell' Adige, alla quale convergono le valli minori formate dai suoi affluenti. L'Adige è il secondo fiume d'Italia per lunghezza, dopo il Po; il terzo, dopo il Tevere, per superficie del bacino (=cuenca).
- bilingue. Le lingue ufficiali sono due: l’italiano e il tedesco. In alcune vallate si parla anche ladino.
- Si coltivano cereali (frumento nel Trentino, orzo (=cebada) e segale (=centeno) in Alto Adige), patate, ortaggi, viti e soprattutto alberi da frutto: ciliegi (=cerezos), susini (=ciruelos) e, più d'ogni altro, meli (=manzanos) e peri (=perales).  La Regione è al primo posto nella produzione nazionale di mele. I vigneti danno ottimi vini, alcuni dei quali pregiati, ma in quantità modesta. Sulle rive del Garda si produce una piccola quantità di olio. 
-  Nell'Alto Adige è detto maso un podere agricolo, ossia l'insieme delle costruzioni adibite ad abitazione: il granaio (=granero), le stalle (=establo) e i campi coltivati dalla famiglia che vi abita. Il maso atesino è ciò che in Lombardia si chiama corte e altrove cascinale, fattoria, casa colonica. Nell'Alto Adige perdura fin dal Medioevo la tradizione del maso chiuso, ossia del maso non divisibile per eredità. Il podere viene tramandato al figlio primogenito senza che i fratelli possano averne una parte.
Questa consuetudine ha il vantaggio di evitare l'eccessivo frazionamento della proprietà. Infatti, se un podere che basta al sostentamento di una famiglia viene diviso tra più eredi, le singole parti non bastano più alle nuove famiglie. Questo non succede col maso chiuso, che evita l'eccessivo spopolamento della montagna, cosi frequente in altre regioni.
- Il Trentino Alto Adige è una delle regioni più boscose d'Italia. Vi predominano i larici (=alerces), gli abeti rossi, i pini silvestri e i faggi (=hayas), che forniscono ottimo legname da lavoro: quasi il 20% della produzione nazionale.
- Importante il settore turistico (sia in inverno che in estate) e quello agroalimentare.
- produzione di energia sia idroelettrica sia tramite fonti rinnovabili (impianti eolici, fotovoltaici e solari).
- A sud si trova il  Lago di Garda a confine con Veneto e Lombardia.
- la regione è ai primi posti come qualità di vita in Italia.
- lo sci è lo sport più praticato.
- 85mila gli immigrati.

CENNI STORICI
Il Trentino, abitato fin dall’epoca mesolitica, fu una Provincia romana. Risale a quest’epoca la fondazione di Tridentum, oggi Trento. Nel 1004 nacque il Principato vescovile di Trento; nel 1545-1563 si tenne il Conciliodi Trento, che avviò la Controriforma. Nel 1777 il trattato tra l’ultimo Principe vescovo e Maria Teresa d’Austria stabilì un vincolo alla contea del Tirolo. Nel 1803 il territorio passò sotto gli Asburgo d’Austria, e annesso alla provincia del Tirolo. Dopo la Grande Guerra (Prima Guerra Mondiale), il Trentino passò all'Italia (1919). Il 5 settembre 1946, nell'ambito della Conferenza di pace di Parigi, venne firmato l'Accordo De Gasperi-Gruber, che prevedeva la concessione alle province di Trento e Bolzano di un «potere legislativo ed esecutivo regionale autonomo».
Con lo Statuto del 1948 viene concordato un “Pacchetto” di misure per l’attuazione dell’autonomia della Provincia di Bolzano, approvato nel 1969 dai Governi italiano e austriaco e perfezionato nel 1972 (secondo Statuto di autonomia). Nel 1992 sono varate le ultime norme di attuazione e il “Pacchetto” viene considerato chiuso.

CAPOLUOGHI E PROVINCE
Trento e Bolzano hanno stili e tradizioni completamente diversi. Di influsso tedesco Bolzano, di influsso veneto Trento.

Trento presenta grandi diversità territoriali e di popolazione. La città conta circa 80.000 abitanti. Trento mantiene un legame molto stretto con la montagna, in particolare con il Monte Bondone, chiamato anche l’Alpe di Trento, che è parte del territorio comunale ed è raggiungibile in poco tempo dal centro cittadino attraverso la strada provinciale.

TRENTO


Bolzano, 106.441 abitanti, è situata nella parte orientale dell’Alto Adige nel punto in cui si incrociano le valli dei fiumi Sorentina, Isarco e Adige. Intorno alla città la catena del Mendola, l’Altopiano del Salto, il Monte Tondo e a sud-est il monte Pozza. Bolzano è collegata ai tre monti più vicini da funivie (=teleféricos) che superano i mille metri di dislivello. La città è attraversata dal torrente Talvera che confluisce nel fiume Isarco che a sua volta si getta nell’Adige. Una volta città di mercanti e di mecenati, è oggi anche città d'arte, di spettacolo, di cultura, di scambio e di vacanza, grazie anche ad un'esplosione di nuove infrastrutture come ad esempio l’aeroporto.
Bolzano ha la caratteristica principale di essere una città dove convivono tre gruppi linguistici: quello italiano, quello tedesco e quello, seppur ampiamente minoritario, ladino.

BOLZANO

Enogastronomia:
Müller-Thurgau, Gewürztraminer (vini), i canederli, gli schlutzkrapfen (traducibili in italiano come mezzelune, sono dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della Val Pusteria, diffuso in tutta la regione del Tirolo), lo speck (un pezzo della coscia del suino erroneamente chiamato prosciutto crudo, completamente disossato, lievemente affumicato, tipico del territorio altoatesino. Il termine speck, in tedesco, significa letteralmente "lardo"), gli spätzle (gnocchetti di forma irregolare a base di farina di grano tenero, uova e acqua, originari della Germania meridionale, diffusissimi anche in Tirolo, Alsazia e Svizzera, Alto Adige e Trentino, nonostante la loro patria per eccellenza sia la Svevia e la Baviera), gli strauben (frittelle dolci tipiche tirolesi; hanno forma di chiocciola e sono composte da un impasto di farina, uova, latte, zucchero, burro e un aromatico bicchierino di grappa), lo strudel, il puzzone di Moena (formaggio), e naturalmente LA POLENTA (nella Valle del Chiese si coltiva una particolare varietà di mais, il “Nostrano di Storo”; un granoturco da cui si ricava la farina gialla di Storo, ingrediente principale per preparare la polenta, un alimento di antichissima origine molto comune nelle regioni dell'Italia settentrionale. Tradizionalmente, in varie zone del Trentino e dell'Alto Adige, la polenta era considerata un prodotto umilissimo, consumata principalmente dalla gente povera. Oggi è stata riscoperta anche dai grandi cuochi ed è tornata sui tavoli dei buongustai come una tra i protagonisti della buona tavola trentina. Inutile dire che sono centinaia le ricette che vedono protagonista la polenta, servita di volta in volta con cacciagione, formaggi o funghi. Una ricetta particolare è quella della “Carbonera”, una polenta particolarmente saporita preparata con della Spressa locale (è un formaggio italiano a Denominazione di origine protetta povero di grassi), del burro di malga e del vino rosso.

 gli schlutzkrapfen
  

gli strauben
 Lo strudel

Lo speck


Personaggi famosi:  
Alcide De Gasperi (politico), Gustav Thoeni (sciatore), Reinhold Messner (alpinista).

Monumenti e luoghi famosi: 
Numerosi i castelli, fra cui ricordiamo il Castellodel Buonconsiglio a Trento, le Dolomiti (Madonnadi Campiglio, in provincia di Trento), le terme a Merano, il Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano con il suo famoso Ötzi (l'Uomo venuto dal ghiaccio è un importantissimo ritrovamento archeologico la cui esposizione pubblica contempla tuttavia delle problematiche etiche e può urtare le diverse sensibilità. La forma scelta dal museo per presentarlo è perciò del tutto riservata e discreta. Le pareti completamente bianche evocano gli spazi di un paesaggio innevato. Grafica ed architettura non entrano in concorrenza con la mummia, collocata in un ambiente absidale appartato.La mummia è visibile nella sua cella di refrigerazione solo attraverso una finestrina di 40 x 30 cm ed è il visitatore stesso che decide se soffermarvisi o meno. Per evitare l'essiccamento della mummia, è necessario ricreare condizioni di conservazione le più vicine possibile a quelle all'interno di un ghiacciaio, cioè - 6° Celsius e umidità relativa che sfiora il 100%. Per l'esposizione nel museo è stato sviluppato un apposito sistema di raffreddamento: una sorta di "box" composto da due celle frigorifere indipendenti, un laboratorio e una stanza di decontaminazione. Tutti gli ambienti sono sterili, speciali filtri per l'aria garantiscono le condizioni di asetticità. Una serie di sensori trasmette alla stazione EDP i valori registrati (pressione, temperatura, umidità relativa, peso corporeo). Contro le perdite di umidità viene spruzzata sul corpo mummificato acqua sterilizzata, favorendo così la formazione di un sottile strato di ghiaccio superficiale. A differenza degli altri settori del museo, l'illuminazione del piano dedicato all'Uomo venuto dal ghiaccio è bassa e soffusa. Più che di un espediente scenografico, si tratta di una esigenza conservativa, in quanto i reperti esposti sono estremamente fotosensibili).

Le terme di Merano



Il Castello del Buonconsiglio a Trento

Loggia del castello del Buonconsiglio 


 l Ciclo dei Mesi è un gruppo di affreschi nella Torre dell'Aquila nel castello del Buonconsiglio, attribuiti al maestro Venceslao. Risalgono alla fine del XIV secolo-inizio del XV e sono il migliore esempio di gotico internazionale in Trentino e uno dei più significativi dell'Italia settentrionale.


 Piazza del Duomo di Trento




Tradizioni:
 i Scheibenschlagen (il “lancio di dischi ardenti”), Herz-Jesu-Feuer (i “fuochi del Sacro Cuore”), il Törggelen (la degustazione dei prodotti della natura a fine stagione), la leggenda del Re Laurino, quella del Regno dei Fanes, i giochi di carte, come il Watten e il Mao Mao, i mercatini di natale.

I dialetti e le lingue:
In Alto Adige (Bolzano) la lingua indigena è il tedesco che si è sviluppato e articolato su più livelli, dallo standard letterario, alla lingua colloquiale, al dialetto. In alcune valli dolomitiche si parla il ladino, una lingua romanza, riconosciuta dalla nostra Costituzione tra le lingue di minoranza e custode di una cultura molto forte e compatta dal punto di vista identitario. Con la fine della Prima Guerra mondiale e l’annessione dell’Alto Adige al territorio italiano è iniziata una sorta di italianizzazione: un processo che non ha previsto passaggi intermedi e che, per questo, ha portato alla diffusione di una varietà di italiano che molti studiosi hanno riconosciuto come più vicina allo standard italiano, proprio per la minor presenza di influenze dialettali sottostanti. La situazione linguistica attuale prevede due lingue ufficiali, italiano e tedesco affiancate da una terza entità, il ladino. Dal 1972 per i cittadini della regione è obbligatorio il patentino di bilinguismo per poter accedere a posti pubblici nella Provincia.
In Trentino (Trento) si parla italiano, un italiano la cui base dialettale è riconducibile ad altri dialetti italiani settentrionali.


RICETTA DEI CANEDERLI

I canederli, o Knödel detto alla Trentina, sono un piatto tipico della gastronomia Tirolese, in particolar modo delle città di Trento e Bolzano. Questo gustoso piatto è sicuramente uno dei più conosciuti ed apprezzati della cucina Trentina ma accanto a tanta bontà, c'è sicuramente da dire che i canederli sono un piatto molto calorico e nutriente adatto soprattutto al periodo autunnale ed invernale. Infatti, i canederli, non sono altro che palline di pane farcite con speck o formaggio cotte nel brodo di carne, che spesso vengono paragonati a degli gnocchi. Per quanto riguarda le origini di questo piatto, possiamo dire che sicuramente i canederli sono una ricetta antichissima di derivazione contadina. I contadini, infatti, preparavano questo piatto utilizzando gli avanzi di pane diventato raffermo, insieme ai prodotti che l'allevamento gli offriva: speck e formaggio appunto, capisaldi della gastronomia Trentina anche ai giorni nostri. Al giorno d'oggi, i canederli si sono evoluti ed infatti ne possiamo trovare di tutti i tipi con farciture sempre diverse: i classici allo speck o formaggio, con gli spinaci, con le erbette, ecc.








Ingredienti: Pane raffermo 200 g, brodo di carne 2 litri , Burro 30 g, uova (medie) 2, farina 00 40 g., pepe nero, una cipolla piccola, latte 150 ml, speck 100 g., prezzemolo ed erba cipollina tritati.

Preparazione
Mettete in una scodella il pane raffermo tagliato a dadini, aggiungete le uova sbattute con un pizzico di pepe e uno di sale ed il latte, mescolate per bene e lasciate riposare per almeno un'ora coprendo il tutto con un tovagliolo. Ricordate di mescolare di tanto in tanto il pane, facendo attenzione a voltare quello di sotto al di sopra, in modo che l'impasto assorba bene e in modo omogeneo dappertutto il liquido.
Infatti il pane deve diventare umido e morbido ma senza frantumarsi.
Intanto,tagliate finemente lo speck e la cipolla e preparate un soffritto in olio extravergine d'oliva ed il burro. Lasciate raffreddare il soffritto e, quando il pane sarà ammorbidito, incorporatelo all'impasto di pane insieme agli altri ingredienti: il prezzemolo e l'erba cipollina tritati, la noce moscata, e, alla fine, cospargervi sopra la farina.
Mescolate il tutto e coprite il recipiente per almeno mezz'ora per far sí che tutti gli aromi dei vari ingredienti si mescolino. Passata la mezz'ora, formate con questo impasto delle polpette che dovranno avere un diametro di circa 8-10 centimetri. Per evitare che il composto si appiccichi troppo alle mani, bagnatele in una scodella d’acqua che terrete accanto. Una volta preparati, li si fa rotolare su un piatto infarinato e si tengono da parte.
Per quanto riguarda la cottura, ricordiamo che i canederli vanno cotti nel brodo bollente tutti insieme, quindi preparate il vostro brodo di carne e metteteci dentro i canederli per almeno 15 minuti a fuoco molto basso. Quando verranno a galla, i vostra canederli saranno pronti. Servite in brodo oppure con burro fuso e salvia, naturalmente ancora ben caldi.

 Come fare una buona polenta
Scaldare l'acqua in una pentola. Utilizzare un peso di farina pari ad un terzo del peso d'acqua: 600 gr. di farina (possibilmente a grana piuttosto grossa e di ottima qualità) per due litri d'acqua e 15 gr. di sale grosso.
Quando l'acqua bolle versare la farina poco per volta, mescolare bene, al fine di evitare il formarsi di grumi, fino a che l'impasto risulta abbastanza denso.
Cuocere rimestando frequentemente con la "trisa", il classico bastone di legno, girando di continuo, lentamente, in senso orario, portando l'impasto dal basso verso l'alto, almeno per quaranta minuti.
Servire in tavola, sul caratteristico "tabiel" (tagliere di legno a forma circolare).
Questa è la versione tradizionale, ma per chi ha fretta esiste la versione veloce della polenta: la polenta precotta, pronta in 8 minuti, la farina la si trova in tutti i supermercati italiani.

L'ABRUZZO


L’Abruzzo si trova al centro-sud dell’Italia, sul versante adriatico, proprio qui.
La regione è suddivisa in 4 province: L’Aquila (il capoluogo), Teramo, Pescara (la città più popolosa della regione) e Chieti. 1.342.975 erano gli abitanti nel 2011. La densità della popolazione è al di sotto della media nazionale: 123,4 abitanti per km quadrato rispetto a  una media nazionale di 198,8 (dati del 2008). La fascia costiera è più abitata della zona montuosa.
Parole chiave per capire la regione:
  • montagnosa e collinare (non ci sono pianure);
  • terremoto (la provincia dell’Aquila è stata colpita da un violento sisma nell’aprile del 2009).
  • Gran Sasso e Maiella sono le montagne più alte di tutto l’Appennino (dove si trovano anche impianti sciistici);

  • il Parco Nazionale d’Abruzzo è una delle riserve più famose e più estese in Italia;
  • la fisarmonica diatonica, strumento musicale presente in tutte le feste di paese;
  • l'artigianato: uno dei settori economici più floridi soprattutto per la ceramica, il ferro, l’oro, i merletti e i tessuti, il rame, la pietra, il legno e la lana.
  • i pastifici (come De Cecco e Del Verde);
  •  l'orso bruno marsicano (animale tipico della regione);
  • lo zafferano (una delle coltivazioni più importanti dell’Abruzzo);
  • la transumanza, tipica migrazione dei greggi di pecore dalle montagne (nel periodo invernale) alle zone costiere (nel periodo estivo).
  • il trabucco, antica macchina da pesca, tipica delle coste abruzzesi.

Personaggi famosi: Il poeta latino Ovidio, il poeta e drammaturgo Gabriele D’Annunzio, lo scrittore Ignazio Silone, lo sceneggiatore  Ennio Flaiano e il filosofo Benedetto Croce sono nati in Abruzzo.  La cantante Madonna e lo scrittore John Fante sono di origini abruzzesi (molti abruzzesi nel secolo scorso sono emigrati all’estero).
Enogastronomia: il piatto simbolo della regione sono gli spaghetti alla chitarra, detti anche maccheroni, fatti proprio con l’attrezzo tipico, che vengono conditi nei più svariati modi. Famosi anche i confetti di Sulmona. Per quanto riguarda i vini, è conosciuto nel mondo il montepulciano d’Abruzzo, ma nella regione si producono anche liquori, come il liquore allo zafferano, il mosto cotto e l’Aurum.
Monumenti famosi: la Fontana delle 99 cannelle all’Aquila.
Etimologia della parola Abruzzo: dal latino (ad) Praetutium, ovvero la terra dei Praetutii, un’antica popolazione italica che viveva nella zona dell’attuale Teramo.
I dialetti abruzzesi sono quello sabino (in provincia dell’Aquila), quello abruzzese adriatico (Teramo, Pescara e Chieti), quello abruzzese occidentale (in provincia dell’Aquila), quello campano (al confine con la Campania).
Esiste anche una lingua di ceppo autonomo, la lingua albanese, parlata a Villa Badessa (Badhesa), frazione di Rosciano.
Notizie e dati presi da Wikipedia.


L’Emilia-Romagna

 

 


L’Emilia-Romagna è una regione del nord dell’Italia.
La regione, nata nel 1970, è suddivisa in 9 province: Bologna (il capoluogo), Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Ferrara (province dell’Emilia), Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini (province della Romagna). 4 milioni e 500 mila gli abitanti (gli emiliani e i romagnoli) nel 2011. La densità della popolazione è 198 abitanti per km quadrato, proprio uguale alla media nazionale. Il reddito pro-capite (circa 21.800 Euro) è uno dei più alti in Italia.
Parole chiave per capire la regione:
  • pianeggiante (48% sono le pianure, le montagne sono il 25% e le colline il 27% del territorio);
  • L’università di Bologna è la più antica del mondo.
  • Il sistema educativo delle scuole materne di Reggio Emilia è tra i più prestigioso nel mondo.
  • Famose le industrie meccaniche, come la Ferrari (a Maranello, vicino Modena), la Ducati, la Maserati e la Lamborghini e le industrie alimentari come la Barilla e la Parmalat.
  • Il terremoto del maggio 2012 di magnitudo 6,0 della scala Richter ha colpito le province di Ferrara e Modena.
  • Le ceramiche di Faenza e le piastrelle di Sassuolo.
  • Numerose le piccole aziende a conduzione familiare, con produzioni di vario tipo.
  • Molto diffuse le cooperative.
  • Allevamento di bovini e suini.
  • Il turismo estivo della riviera romagnola e quello invernale dell’Appennino bolognese e modenese.
  • Circa 500mila sono gli immigrati stranieri.
Personaggi famosi: Giuseppe Verdi (musicista), Guglielmo Marconi (scienziato), Ludovico Ariosto, Giovanni Pascoli (poeti), Federico Fellini (regista), Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Laura Pausini, Francesco Guccini, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luciano Pavarotti, Zucchero Fornaciari (cantanti), Raffaella Carrà (showgirl), Guido Reni Antonio da Correggio,  Antonio Ligabue (pittore), Filippo Inzaghi, Marco Simoncelli (sportivi), Giorgio Armani (stilista).
Enogastronomia: i formaggi Parmigiano e Grana-Padano, i tortellini, l’aceto balsamico di Modena, le lasagne, il ragù alla bolognesi, i ravioli, il prosciutto di Parma, la piadina, il lambrusco e l’albana di Romagna (vini), il sale di Cervia, le anguille di Comacchio.
Tradizioni: il carnevale di Cento, il gran premio di San Marino si corre a Imola.
Maschera: pantalone di Bologna.
Danze tipiche: il liscio.
 

BOLOGNA, CITTÀ SULL'ACQUA
Monumenti famosi
Il duomo di Modena


 il battistero di Parma

 
 la cattedrale di Bologna (San Petronio)

 La torre degli Asinelli a Bologna


 I portici di Bologna



 il palazzo dei Diamanti a Ferrara


 il castello estense di Ferrara



i mosaici di Ravenna















 Il teatro Farnese di Parma



Etimologia della parola: Emilia dal nome della strada costruita dai Romani “Aemilia” che collegava Rimini a Piacenza. Romagna dal nome “Romania”, regione sotto il controllo Bizantino.

I dialetti: sia l’emiliano che il romagnolo appartengono al gruppo dei dialetti gallo-italici.

LA PUGLIA






La Puglia è una regione del Sud dell'Italia. La regione è suddivisa in 6 province: Bari (il capoluogo), Foggia, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Lecce, Taranto. Confina a nord-ovest con il Molise, a ovest con la Campania e la Basilicata ed è bagnata dal mare Adriatico a est e nord e dal mar Ionio a sud. 4milioni e 90mila gli abitanti (i pugliesi) nel 2011. La densità della popolazione è 211 abitanti per km quadrato, superiore alla media nazionale di 198. Il reddito pro-capite è pari a 13.470 Euro.
Parole chiave per capire la regione:
  • Pianeggiante (53%) e collinare (45%);
  • con 800 chilometri di coste è una delle regioni italiane con maggiore sviluppo costiero. Lungo la costa si alternano tratti rocciosi (come sul Gargano), falesie (coste rocciose dalle pareti a picco), ma anche litorali sabbiosi (come lungo il Golfo di Taranto).
  • La Puglia conosce negli ultimi anni uno sviluppo accelerato del turismo che, però, presenta dei limiti: esso è soprattutto nazionale e estivo.
  • Tra le regioni del Mezzogiorno, l’economia della Puglia è quella che ha registrato negli ultimi anni l’andamento migliore.
  • Coltivazione di pomodori (circa il 50% dei pomodori italiani sono prodotti in Puglia), ulivi e cereali.
  • Buoni livelli di specializzazione in numerosi comparti industriali, fra cui quello siderurgico.
  • Il Tavoliere delle Puglie rappresenta la più estesa pianura d’Italia dopo la Pianura Padana;
  • L’arcipelago delle Tremiti, a nord-est al largo del promontorio del Gargano.
  • La Fiera del Levante è una delle principali fiere italiane e del Mediterraneo, con sede a Bari.
  • 95mila gli immigrati.
Enogastronomia: Le orecchiette, i cavatelli (tipi di pasta), il pane di Altamura, i taralli e le friselle (anello di pasta non lievitata cotto in forno); la burrata (simile alla mozzarella ma dalla consistenza molto più morbida e filamentosa, prodotto nelle Murge in particolare ad Andria); il primitivo di Manduria e il Negramaro (vini), le ciliegie di Cerignola.
Personaggi famosi: Carmelo Bene (drammaturgo); Domenico Modugno, Anna Oxa, Ron, Negramaro, Caparezza, (cantanti); Renzo Arbore, Nino Rota (musicisti); Riccardo Muti (direttore d’orchestra); Pietro Mennea (atleta); Aldo Moro (politico); Antonio Cassano (calciatore); Tommaso d’Aquino (teologo); Rodolfo Valentino (attore).
Tradizioni: Numerose le feste e sagre di carattere religioso. Il carnevale di Putignano. La danza detta Taranta o Pizzica (fa parte della grande famiglia delle danze di tradizione denominate tarantelle, come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse nell'Italia meridionale. Secondo alcuni studiosi il nome "tarantella" deriva da "taranta", termine dialettale delle regioni meridionali italiane per designare la tarantola o Lycosa tarentula, un ragno velenoso diffuso nell'Europa meridionale. In quelle zone il ballo della tarantella è in parte legato alla terapia del morso della tarantola. La tradizione affidava al veleno di questo ragno effetti diversi, a seconda delle credenze locali: malinconia, convulsioni, disagio psichico, agitazione, dolore fisico e sofferenza morale. Chi veniva morso o credeva di essere stato morso da una tarantola (ma anche da scorpioni, insetti o rettili vari) tendeva ad un esagerato dinamismo e ricorreva a terapie coreo-musicali, particolarmente efficaci durante la festività dei santi Pietro e Paolo che, mediante l'insistenza della pratica della danza, provocassero l'espulsione del veleno attraverso sudori ed umori. Per lo studio del fenomeno del tarantismo in Italia è fondamentale l'opera di Ernesto De Martino, ("La terra del rimorso").

Monumenti e luoghi famosi: Castel del Monte a Andria, i trulli di Alberobello, la basilica di Santa Croce e il Duomo di Lecce, la cattedrale di Trani, la basilica di San Nicola a Bari, Gallipoli.

I dialetti: nella parte centro-settentrionale della regione si parla il pugliese propriamente detto. Nel Salento si parla invece il dialetto salentino (molto simile al siciliano). Il dialetto tarantino viene invece parlato nella zona di Taranto.
(Notizie e dati da Wikipedia).

GRAVINA in provincia di Bari
 
CASTEL DEL MONTE



IL LAZIO

 

Il Lazio è una regione del centro Italia. La regione è suddivisa in 5 province: Roma (il capoluogo, nonché capitale dello stato italiano), Viterbo, Rieti, Frosinone e Latina. Con 5.892.149 abitanti è la seconda regione più popolata d'Italia dopo la Lombardia, e la nona per estensione della superficie. La densità della popolazione è 335 abitanti per km quadrato, ben superiore alla media nazionale di 198. Il reddito pro-capite è pari a 19. 138 Euro.
Parole chiave per capire la regione:
  • collinare (54% sono le colline, le montagne sono il 26% e le pianure il 20% del territorio);
  • La costa laziale è molto regolare, bassa e sabbiosa.
  • Il Tevere è il maggiore fiume della regione.
  • Davanti a Gaeta si trova l’Arcipelago Pontino, composto da sei piccole isole.
  • Ci sono importanti laghi nella regione tra cui il lago di Bolsena, lago di Bracciano, lago di Albano e il lago di Nemi (famoso dai tempi degli etruschi)
  • il Lazio è la seconda regione d’Italia per PIL prodotto dopo la Lombardia.
  • Il Lazio presenta numerosi parchi e riserve naturali protette, come il Parco Nazionale del Circeo e il Parco Nazionale del Gran Sasso.
  • Il turismo (soprattutto quello religioso) è una delle risorse economiche più rilevanti: oltre 10 milioni i turisti nel 2007.
  • L’economia dei servizi legati alla pubblica amministrazione pesa per circa l’ 8%, circa il doppio della media nazionale.
  • Dal 2006 si tiene a Roma il Festival Internazionale del Film di Roma.
  • A Cinecittà si trovano gli studi televisivi e cinematografici più importanti in Italia.
  • Circa 550mila sono gli immigrati stranieri.
Personaggi famosi: Francesco Totti, Bruno Conti (calciatori), Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Gigi Proietti, Nino Manfredi, Enrico Montesano, Anna Magnani, Monica Vitti, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni (attori), Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Renato Zero, Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti (cantanti), Alberto Moravia (scrittore), Trilussa (poeta), Laura Biagiotti (stilista)
Enogastronomia: I vini Frascati e Est Est Est, coda alla vaccinara, rigatoni alla pajata, bucatini all’amatriciana, spaghetti cacio e pepe, spaghetti alla puttanesca, saltimbocca alla romana, l’abbacchio, carciofi alla romana, trippa alla romana, pecorino romano,
Tradizioni: la Befana,
Maschera: Rugantino

Monumenti famosi: Tutto il centro storico di Roma (dove ad esempio troviamo il Colosseo, la Fontana di Trevi, il Pantheon, il Foro, castel Sant’Angelo, Piazza di Spagna, Piazza Navona), le Terme di Caracalla, il Teatro Massimo, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede (Vaticano) nella città e la Basilica di San Paolo fuori le mura sono protetti dall’UNESCO. Nel Lazio anche Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli e le Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia rientrano tra i siti protetti.

Etimologia della parola: dal latino Latium, che a sua volta proviene da latus, ovvero paesaggio esteso.
I dialetti sono classificati in cinque aree fondamentali: Area della Tuscia, Area Reatina, Area Ciociara/Laziale, Area Romanesca e Area meridionale.
Notizie e dati da Wikipedia.


Il Pantheon spiegato da Alberto Angela


L'ANFITEATRO FLAVIO (IL COLOSSEO) spiegato da Alberto Angela


GLI OBELISCHI DI ROMA


SIMBOLI DEL FORO ROMANO
 

 
IL CIRCO MASSIMO

AREA SACRA DI LARGO ARGENTINA


   



   

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DESCRIVERE FISICAMENTE UNA PERSONA

La faccia o il viso (=la cara) può essere: - tonda (=redonda), pallida , rosea (=rolliza), con lentiggini (=con pecas),  lentigginosa (=pecosa) , bella (=guapa), brutta (=fea), allegra (=jovial) , invecchiata (=envejecida), ringiovanita (=rejuvenecida) , faccia rifatta (=cara operada). Può avere:  - uno sguardo profondo (=una mirada profunda) e un bel sorriso (=una hermosa sonrisa); le guance arrossiscono (=las mejillas enrojecen) e gli occhi , oltre a vedere e a guardare, ridono e piangono (=los ojos, además de ver y mirar, rien y lloran) - La statura. In base a quest’ultima una persona può essere : • bassa , alta o di media statura . - In base al peso del corpo una persona può essere: • grassa (=gorda) , magra (=delgada), snella (=esbelta) o normale . - La corporatura (=la constitución) può essere: - ben fatta, diritta, curva, esile /gracile (=canijo), grande, grossa (=corpulenta), grassa (=gorda) , magra (=delgada), piccola, regolar

AGGETTIVI QUALIFICATIVI

Ecco una lista di aggettivi qualificativi ( in giallo il contrario dell'aggettivo precedente), alcuni dei quali  già conoscete. Non ho volutamente messo la traduzione, che -spero-  farete voi, magari durante le lunghe vacanze che ci attendono. In questo link trovate il dizionario italiano-spagnolo:  http://www.grandidizionari.it/dizionario_italiano-spagnolo.aspx?idD=4 In quest'altro trovate un dizionario dei sinonimi e dei contrari: http://www.sinonimi-contrari.it/ Buon lavoro!! Maschile singolare Maschile plurale Femminile singolare Femminile plurale Spagnolo/ Catalano Attivo Attivi Attiva Attive Pigro Pigri Pigra Pigre Affascinante Affascinanti Affascinante Affascinanti Orribile Orribili Orribile Orribili Allegro Allegri Allegra Allegre Triste Tristi Triste

I COLORI

I colori indicano una qualità di un oggetto . Per questo motivo, come ogni aggettivo qualificativo , in italiano concordano in genere e numero con il nome al quale si riferiscono:  indosso una camicia gialla e dei pantaloni verdi (=llevo una camisa amarilla y pantolone verdes) un cappotto nero un abrigo nero due cappotti neri dos abrigos neros una gonna rossa una falda roja due gonne rosse dos faldas rojas La maggior parte dei colori posso essere classificati come: - aggettivi in -o (a 4 uscite). Es: bianc a /bianch e (femminile singolare/plurale) bianc o/ bianch i (maschile singolare/ plurale) - aggettivi in -e (a 2 uscite, una per il singolare ed una per il plurale): es: verde / verdi (femminile e maschile) - aggettivi invariabili nel genere e nel numero: es: Blu COLORI IN -O Bianco/bianchi   bianca/bianche blanco Nero/neri      nera / nere negro Rosso/rossi    rossa/rosse rojo Giallo/gialli