QUALCHE
INFORMAZIONE DI GEOGRAFIA
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L'Italia
è divisa in 20 regioni e ogni regione è divisa in province. Le
province sono divise in comuni. In ogni regione c'è un capoluogo (per esempio il capoluogo della Campania è Napoli) e ci sono "altre città "importanti" che sono i capoluoghi di provincia (per esempio in Campania sono Avellino, Benevento, Caserta e Salerno). Dal 1997 il numero delle province è aumentato: perfino gli italiani lo dimenticano e quindi, domandando a un italiano se città come Crotone, Vibo Valentia, Verbania o Biella sono province, facilmente vi risponderà di no; e difficilmente ricorderà in che regione si trovano. Diamo qui per questo un piccolo schema: |
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Il territorio complessivo dello Stato è di 301.401 Km². La popolazione è di circa 57 milioni di abitanti.
La
Regione più grande è la Sicilia (25.707 Km²), mentre la più
piccola è la Valle d'Aosta (3.264 Km²).
La Regione più popolata è la Lombardia con circa 9 milioni di abitanti e la meno popolata è la Valle d'Aosta che ha meno di 150.000 abitanti. La Regione con maggior densità di popolazione è invece la Campania con 425 abitanti per Km². Sempre la Valle d'Aosta è la regione con minore densità di popolazione: 37 abitanti per Km². Il punto più a nord dello stato italiano è la Vetta d'Italia, in Trentino Alto Adige. Il punto più a sud è Punta Pesce Spada, nell'isola di Lampedusa.
Il
monte più alto è il Monte Bianco in Valle d'Aosta (4.810
metri). Le tre città più popolose sono Roma (circa 2
milioni e mezzo di abitanti), Milano (circa un milione e mezzo) e
Napoli (circa un milione).
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Oltre
alla Sicilia e alla Sardegna, in Italia ci sono numerose isole di
dimensioni molto più piccole, notissime soprattutto per il
turismo:
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QUI SUCCEDE UN 48...L'Italia come nazione unitaria è piuttosto giovane: ha più di 150 anni. Nasce nel 1861 (proclamazione del Regno d'Italia), ma Roma ne diventa la capitale ufficialmente solo nel 1871, dopo la conquista ad opera dei bersaglieri (Breccia di Porta Pia, 1870).
Fino ad allora la penisola è divisa in tanti Stati diversi, alcuni governati da potenze straniere (in modo diretto o indiretto).Una divisione iniziata molti secoli prima, quando un popolo nomade, i Longobardi, arriva in Italia e ci si stabilisce (568). A quell'epoca la penisola fa parte dell'Impero Romano d'Oriente (Impero Bizantino).
I Longobardi conquistano il territorio a macchia di leopardo, avviando una frammentazione che proseguirà, ampliandosi e complicandosi, per i 13 secoli successivi.
È proprio in questo periodo che il papa, capo religioso dei fedeli, comincia ad esercitare anche il ruolo di capo politico di uno stato territoriale, lo Stato della Chiesa, che progressivamente si forma in Italia centrale.
Secondo la tradizione, il potere politico viene dato al papa direttamente dall'imperatore Costantino con la cosiddetta Donazione di Costantino, un documento che in realtà è un falso. Sta di fatto che per secoli il papa esercita anche il potere "temporale",comportandosi come un qualunque sovrano laico: promulga leggi, dichiara la guerra, mantiene la giustizia (e nello Stato vige, come dovunque, la pena di morte).
Tutto questo finisce nel 1870: l'Italia torna definitivamente unita e il papa riprende il suo ruolo naturale di capo solo spirituale dei cattolici. O, almeno, così dovrebbe essere.
Per gli italiani il XIX secolo è quindi il periodo delle rivolte (moti insurrezionali) e delle guerre (guerre d'indipendenza) fatte per l'unificazione della penisola: è chiamato, per questo, Risorgimento.
Tanti sono stati i protagonisti, ma bisogna citarne almeno quattro.
- Vittorio Emanuele II di Savoia, punto di riferimento delle lotte risorgimentali. Primo re d'Italia e "Padre della Patria".
- Camillo Benso, conte di Cavour, statista e diplomatico, abilissimo nell'intrecciare alleanze apparentemente inconciliabili (come quella con Garibaldi).
- Giuseppe Mazzini, ideologo e rivoluzionario, poco incline al compromesso. Fondatore della "Giovane Italia" (1831) e promotore di insurrezioni. Gli storici revisionisti lo considerano un terrorista (per qualcuno è il padre spirituale delle Brigate Rosse).
- Giuseppe Garibaldi, patriota, generale, socialista. Chiamato "Eroe dei due Mondi" e "Leone della Libertà", è una specie di Che Guevara dell'Ottocento. Attaccato dagli storici revisionisti per il suo laicismo e anticlericalismo.
UNA SINTETICA CRONOLOGIA
1817 Primo moto insurrezionale a Macerata (Stato della Chiesa, oggi Marche)
1820-21 insurrezioni a Napoli (Gugliemo Pepe) e Palermo (Regno delle Due Sicilie); rivolte a Torino, Alessandria e Fossano (Piemonte)
1830-31 Moti insurrezionali a Torino, nei Ducati di Parma e di Modena (Ciro Menotti), e in Romagna (Stato della Chiesa)
1844 Moto mazziniano dei Fratelli Bandiera a Cosenza (Regno delle Due Sicilie)
1848 Moti rivoluzionari diffusi in tutta la penisola: Napoli, Palermo, Milano (Cinque giornate di Milano), Venezia (Daniele Manin e Niccolò Tommaseo, proclamazione della Repubblicadi San Marco il 22 marzo) Prima Guerra d'Indipendenza, dei Savoia (Regno di Sardegna) contro l'Austria. Sconfitta di Custoza e armistizio. Fuga di papa Pio IX a Gaeta (24 novembre)
1849 Repubblica Romana (Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Carlo Armellini). Proclamata il 5 febbraio. Assalto francese il 30 aprile e vittoria di Garibaldi, a Porta San Pancrazio. Assedio francese (3 giugno - 2 luglio), resistenza sul Gianicolo guidata da Garibaldi, sconfitta. Fine della Repubblica Romana e ritorno di Pio IX (1850). Uno dei patrioti morti nella difesa di Roma, Goffredo Mameli, è l'autore dell'inno nazionale Fratelli d'Italia.
Il 24 agosto, dopo un lungo assedio, si arrende la Repubblica di San Marco
1857 Spedizione insurrezionale a Sapri, di Carlo Pisacane (giugno)
1859 Seconda Guerra d'Indipendenza contro l'Austria (che, sconfitta, cede la Lombardia) e insurrezioni varie negli stati italiani settentrionali (Toscana, Modena, Parma; Emilia e Romagna pontificie), che con un plebiscito aderiscono al regno dei Savoia
1860-61 Spedizione dei Mille nel Regno delle Due Sicilie, e vittoria di Giuseppe Garibaldi.
1861 Proclamazione del Regno d'Italia il 17 marzo. Torino capitale provvisoria.
1865 Firenze capitale provvisoria del Regno d'Italia.
1866 Terza Guerra d'Indipendenza, con la quale l'Austria cede al Regno d'Italia Mantova e il Veneto.
1870 Breccia di Porta Pia e ingresso dei Bersaglieri a Roma (20 settembre). Finisce il potere temporale dei Papi.
1871 Roma capitale d'Italia (1° luglio)
1916-18 Molti considerano la Prima Guerra Mondiale come la Quarta Guerra d'Indipendenza, in quanto l'Italia ottiene l'Alto Adige, il Trentino e il Friuli.
Sono passati cento anni da quel primo moto insurrezionale a Macerata (nelle mie Marche).
IL TESTO DELL'INNO NAZIONALE ITALIANO:
IL FAMOSO 'INNO DI MAMELI'
IL FAMOSO 'INNO DI MAMELI'
In
molti criticano questo testo: troppo retorico, si dice, pomposo, parole arcaiche, dell'Ottocento. Be', che le parole siano molto "Ottocentesche" non c'è dubbio, ma che altro poteva fare uno che scriveva nel 1847? E comunque guardate i testi degli altri inni nazionali e vedrete che come retorica non scherzano nemmeno loro. E poi retorico... Sarebbe retorico quel "Siam pronti alla morte"? Be', però se pensate che il testo è stato scritto da uno che poi è morto a 22 anni combattendo per le sue idee, mi pare che non sia così retorico. |
Fratelli
d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Uniamoci, uniamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Dall'Alpe a Sicilia, Dovunque è Legnano; Ogn'uom di Ferruccio Ha il core e la mano; I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla; Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Son giunchi che piegano Le spade vendute; Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia E il sangue Polacco Bevé col Cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! |
l'elmo
di Scipio:
L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione
l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo
sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale.
L'Italia è tornata a combattere.
Le
porga la chioma:
La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma
alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà
porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è
schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.
coorte:
nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in
molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo
uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro
ideale.
calpesti:
calpestati
Raccolgaci:
la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo
raccolgaci
in
italiano moderno sarebbe ci
raccolga, un
congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il
significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.
una
speme:
altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza.
Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole.
Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950,
queste parole si trovano ancora.fonderci
insieme:
negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti
staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di
raggiungere l'unità nazionale.
per
Dio:
doppia interpretazione possibile. Per
Dio
è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo
uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai
vincerci.
Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)
Dovunque
è Legnano:
ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni
lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa
Ferruccio:
ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese
Firenze dall'imperatore Carlo V.
Balilla:
è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel
1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli
Austro-piemontesi
I
Vespri:
Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera,
all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta
dei Vespri siciliani
Le
spade vendute:
i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo
dell'Austria, perde le penne.
Il
sangue polacco:
L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il
sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue
bevuto avvelena il cuore degli oppressori |
Chiaramente
a noi moderni il testo sembra molto retorico e la musica
sembra una marcetta non troppo solenne, specialmente se suonata da
una banda militare. Ma quel testo scritto di getto, spontaneo,
appassionato e composto poi da un giovanissimo combattente per la
libertà, sembrava il più adatto a simboleggiare la giovane
Italia rivoluzionaria.
Tuttavia i "limiti artistici" di quella composizione portarono lo stesso Mazzini, nel 1848, a chiedere a Mameli di scrivere un nuovo inno.
Questo
sarebbe stato musicato da Giuseppe Verdi e sarebbe dovuto
diventare la "Marsigliese" della nuova Italia.
Durante
il Fascismo "Fratelli d'Italia" va un po' fuori moda: i
fascisti infatti preferivano cantare le loro marce.Il risultato pare che sia stato catastrofico: la più brutta musica scritta da Giuseppe Verdi e un testo assolutamente non appassionante. Insomma, "Fratelli d'Italia" resta così il simbolo del Risorgimento italiano. |
Nel
1946, con la nascita della moderna Repubblica Italiana, si decide che
"provvisoriamente" quella musica poteva essere adottata
come Inno Nazionale. Provvisoriamente: perché prima di tutto si
doveva trovare un'altra musica, magari più bella, adatta a
rappresentare lo Stato Italiano. E qualche problema c'era anche
perché il testo avrebbe potuto disturbare il Papa (Mameli
evidentemente non aveva una grande simpatia per il Vaticano). Ma si sa, in Italia niente è più definitivo delle cose provvisorie, e 'Fratelli d'Italia¡ è rimasto il nostro caro inno nazionale.
LE CANZONI DELLA MUSICA LEGGERA CHE PARLANO DELL'ITALIA |
Scrivere canzoni per raccontare la propria identità nazionale, per
esaltarla o criticarla,
con testi leggeri e venati di patriottismo o, invece,
frutto di un reale impegno politico e sociale, è stata una caratteristica costante, nel mondo della canzone pop italiana, a partire dagli anni 80: 'Viva l'Italia' di Francesco De Gregori, 'Oh, Italia' di Antonello Venditti,“In Italia si sta male (si sta bene anziché no)” di Rino Gaetano, la famossima “L’Italiano”, di Toto Cotugno (emblema
degli Italiani all’estero e ricca di stereotipi: la
passione per la musica e il canto, le donne compiacenti, l’arte, la
buona tavola con il caffè ristretto, l’atmosfera accogliente della
famiglia, con le sue tradizioni e i piccoli dettagli che fanno sentire a
casa), “Dolce Italia” di Eugenio Finardi,“Italia” di Mino Reitano, “Italia d’oro” di Pierangelo Bertoli, “L’Italiana”, di Renato Zero,“Io non mi sento italiano” di Giorgio Gaber, "All’Italia” di Luciano Ligabue, "Italiani” scritto da Eugenio Bennato per i 150 anni dell’Unità d’Italia, e l'ultima e più recente “Italia, amore mio” di Luca Canonici, Emanuele Filiberto e Pupo.
Tutte queste canzoni offrono, con sincerità, spesso con retorica, uno spaccato del modo in cui la fascia più ampia dell’opinione
pubblica italiana ha percepito la propria identità nazionale nell’arco di circa
trentacinque anni, di fronte agli eventi della storia.
Vi propongo, oggi, l'ascolto di 'Io non mi sento italiano' contenuto nell'ultimo album di Giorgio Gaber, uscito poche settimane dopo la sua morte,
nel gennaio 2003. Il testo della canzone è una sorta di lettera in musica indirizzata a un ipotetico presidente,
per comunicargli di non sentire alcuna appartenza nazionale, in quanto
“tranne Garibaldi / e altri eroi gloriosi / non vedo alcun motivo / per
essere orgogliosi” e, contro ogni topos “questo bel Paese / pieno di
poesia / ha tante pretese / ma nel nostro mondo occidentale / è la
periferia!”.
IO NON MI SENTO ITALIANO
Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.
Mi scusi Presidente non è per colpa mia ma questa nostra Patria non so che cosa sia. Può darsi che mi sbagli che sia una bella idea ma temo che diventi una brutta poesia. Mi scusi Presidente non sento un gran bisogno dell'inno nazionale di cui un po' mi vergogno. In quanto ai calciatori non voglio giudicare i nostri non lo sanno o hanno più pudore. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente se arrivo all'impudenza di dire che non sento alcuna appartenenza. E tranne Garibaldi e altri eroi gloriosi non vedo alcun motivo per essere orgogliosi. Mi scusi Presidente ma ho in mente il fanatismo delle camicie nere al tempo del fascismo. Da cui un bel giorno nacque questa democrazia che a farle i complimenti ci vuole fantasia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese pieno di poesia ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia. Mi scusi Presidente ma questo nostro Stato che voi rappresentate mi sembra un po' sfasciato. E' anche troppo chiaro agli occhi della gente che è tutto calcolato e non funziona niente. Sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c'è un'aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Mi scusi Presidente dovete convenire che i limiti che abbiamo ce li dobbiamo dire. Ma a parte il disfattismo noi siamo quel che siamo e abbiamo anche un passato che non dimentichiamo. Mi scusi Presidente ma forse noi italiani per gli altri siamo solo spaghetti e mandolini. Allora qui m'incazzo son fiero e me ne vanto gli sbatto sulla faccia cos'è il Rinascimento. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Questo bel Paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi nato in altri luoghi poteva andarmi peggio. Mi scusi Presidente ormai ne ho dette tante c'è un'altra osservazione che credo sia importante. Rispetto agli stranieri noi ci crediamo meno ma forse abbiam capito che il mondo è un teatrino. Mi scusi Presidente lo so che non gioite se il grido "Italia, Italia" c'è solo alle partite. Ma un po' per non morire o forse un po' per celia abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono. Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo per fortuna o purtroppo per fortuna per fortuna lo sono. Il Friuli Venezia Giulia |
Il dialetto come elemento fondamentale della propria intimità, come il codice verbale appreso attraverso la naturale imitazione dei suoni percepiti sin dalla prima infanzia. La propria lingua come unica lingua possibile.
Toni Bruna vive a tutt’oggi nella cittá di Trieste ma vorrebbe ritornare sul Carso dove ha trascorso la prima metá della sua vita. Di mestiere fa il falegname. “Formigole” è il suo esordio discografico, dieci tracce per un disco fatto in casa con cura e perizia artigianali.
Le sue canzoni sembrano non aver struttura, sono asimmetriche e inaspettate, costruite su un dettaglio, una parola, un suono su cui tutto si poggia e da cui cresce e si sviluppa il resto.
Il Trentino-Alto Adige
Il Trentino Alto-Adige è una regione dell’Italia settentrionale. La Regione ha due nomi perché consta di due parti distinte. La parte meridionale, il Trentino, prende il nome dal suo capoluogo, Trento, che è l'antico municipio romano di Tridenfum. La parte settentrionale è denominata Alto Adige in quanto corrisponde al bacino del corso superiore di questo fiume. Il nome tedesco dell'Alto Adige è Sud Tirolo (Siidtirol).
Fino al 1918 esso fece parte della provincia austriaca del Tirolo. Dal 1918, tutta la Regione si chiamò Venezia Tridentina e tale nome le rimase fino al 1948, anno in cui ebbe la denominazione attuale.
Posizione e confini:
Il Trentino Alto Adige è la regione italiana posta più a nord. Il suo territorio si estende sul versante meridionale di un tratto delle Alpi orientali e comprende il bacino montano deII'Adige. A nord, il confine della Regione coincide con la frontiera dell'Italia con la Svizzera (Cantone dei Grigioni) e con l'Austria (Tirolo).
Nelle altre parti il territorio è limitato dal Veneto e dalla Lombardia e, a sud, comprende la punta estrema del Lago di Garda.La Regione è divisa in 2 province: Trento (TN) e Bolzano (BZ). Capoluogo regionale è Trento. Il Trentino Alto Adige è una delle regioni autonome a statuto speciale, ma a ciascuna delle due province sono state concesse delle autonomie anche nei confronti degli organi amministrativi della Regione stessa, e quindi esse costituiscono quasi due piccole regioni distinte. Il consiglio regionale si riunisce alternativamente a Trento e a Bolzano.
1milione e 45mila gli abitanti (i trentini e gli altoatesini o sudtirolesi) nel 2011. La densità della popolazione è 76 abitanti per km quadrato, ben inferiore alla media nazionale di 198. Il reddito pro-capite è pari a 20.642 Euro (tra i più alti in Italia).
Insieme al
Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, il Trentino-Alto Adige appartiene
alla macroarea geografica del Triveneto.
Invece, insieme
allo Stato Federato del Tirolo il Trentino-Alto Adige costituisce
un’Euroregione.
I due siti ufficiali di turismo sono:
Il sito ufficilae del turismo in Trentino
I due siti ufficiali di turismo sono:
Il sito ufficilae del turismo in Trentino
-
quasi esclusivamente
montuosa, occupata
dalle
Alpi Atesine (a nord, al confine austriaco), le Alpi Retiche (a occidente, lungo il confine con la Lombardia) e dalle Dolomiti (a oriente, lungo il confine con il Veneto. Le Dolomiti sono una singolarità delle Alpi. Il loro colore muta nelle diverse ore del giorno
e nelle diverse stagioni e va dal bianco e dal grigio all'ocra pallido,
al rosa intenso e al violetto. Diversamente dalle altre montagne, esse sono costituite da una roccia particolare, la dolòmia, che
è emersa dal fondo del mare milioni di anni fa e che il vento, la
pioggia, la neve, l'avvicendarsi del gelo e del disgelo hanno eroso
dando le le forme piu fantastiche).
Le
catene alpine si innalzano fino a quote di 2700–3900
m.. Numerosi sono quindi le
valli
e i laghi
alpini, spesso di piccole dimensioni. 10 sono i parchi provinciali e
uno nazionale: il
parco dello Stelvio.
LE DOLOMITI
- Il territorio della Regione è solcato per tutta la sua lunghezza dalla
valle dell' Adige, alla quale convergono le valli minori formate dai
suoi affluenti. L'Adige è il secondo fiume d'Italia per lunghezza, dopo il Po; il terzo, dopo il Tevere, per superficie del bacino (=cuenca).
-
bilingue.
Le lingue ufficiali sono due: l’italiano e il tedesco. In alcune
vallate si parla anche ladino.
- Si coltivano cereali (frumento nel Trentino, orzo (=cebada) e
segale (=centeno) in Alto Adige), patate, ortaggi, viti e soprattutto alberi da
frutto: ciliegi (=cerezos), susini (=ciruelos) e, più d'ogni altro, meli (=manzanos) e peri (=perales). La Regione è
al primo posto nella produzione nazionale di mele. I vigneti danno
ottimi vini, alcuni dei quali pregiati, ma in quantità modesta. Sulle
rive del Garda si produce una piccola quantità di olio.
- Nell'Alto Adige è detto maso un podere
agricolo, ossia l'insieme delle costruzioni adibite ad abitazione: il
granaio (=granero), le stalle (=establo) e i campi coltivati dalla famiglia che vi abita. Il
maso atesino è ciò che in Lombardia si chiama corte e altrove cascinale, fattoria, casa colonica. Nell'Alto Adige perdura fin dal Medioevo la tradizione del maso chiuso,
ossia del maso non divisibile per eredità. Il podere viene tramandato
al figlio primogenito senza che i fratelli possano averne una parte. Questa consuetudine ha il vantaggio di evitare l'eccessivo frazionamento della proprietà. Infatti, se un podere che basta al sostentamento di una famiglia viene diviso tra più eredi, le singole parti non bastano più alle nuove famiglie. Questo non succede col maso chiuso, che evita l'eccessivo spopolamento della montagna, cosi frequente in altre regioni.
- Il Trentino Alto Adige è una delle regioni più boscose d'Italia.
Vi predominano i larici (=alerces), gli abeti rossi, i pini silvestri e i faggi (=hayas),
che forniscono ottimo legname da lavoro: quasi il 20% della produzione nazionale.
-
Importante il settore
turistico (sia
in inverno che in estate) e quello agroalimentare.- produzione di energia sia idroelettrica sia tramite fonti rinnovabili (impianti eolici, fotovoltaici e solari).
- A sud si trova il Lago di Garda a confine con Veneto e Lombardia.
- la regione è ai primi posti come qualità di vita in Italia.
- lo sci è lo sport più praticato.
- 85mila gli immigrati.
CENNI
STORICI
Il
Trentino, abitato fin dall’epoca mesolitica, fu una Provincia
romana.
Risale a quest’epoca la fondazione di Tridentum,
oggi Trento. Nel 1004 nacque il Principato vescovile di Trento; nel
1545-1563 si tenne il Conciliodi Trento,
che avviò la Controriforma.
Nel 1777 il trattato tra l’ultimo Principe vescovo e Maria Teresa
d’Austria stabilì un vincolo alla contea del Tirolo. Nel 1803 il
territorio passò sotto gli Asburgo d’Austria, e annesso alla
provincia del Tirolo. Dopo la Grande
Guerra (Prima
Guerra Mondiale), il Trentino passò all'Italia (1919). Il 5 settembre 1946, nell'ambito della Conferenza di pace di Parigi, venne firmato l'Accordo De Gasperi-Gruber, che prevedeva la concessione alle province di Trento e Bolzano di un «potere legislativo ed esecutivo regionale autonomo».
Con lo Statuto del 1948 viene
concordato un “Pacchetto” di misure per l’attuazione
dell’autonomia della Provincia
di Bolzano,
approvato nel 1969 dai Governi italiano e austriaco e perfezionato
nel 1972 (secondo Statuto di autonomia). Nel 1992 sono varate le
ultime norme di attuazione e il “Pacchetto” viene considerato
chiuso.
CAPOLUOGHI
E PROVINCE
Trento
e
Bolzano
hanno stili e tradizioni completamente diversi. Di influsso tedesco
Bolzano, di influsso veneto Trento.
Trento
presenta
grandi diversità territoriali e di popolazione. La città conta
circa 80.000 abitanti. Trento mantiene un legame molto stretto con la
montagna, in particolare con il Monte Bondone, chiamato anche l’Alpe
di Trento,
che è parte del territorio comunale ed è raggiungibile in poco
tempo dal centro cittadino attraverso la strada provinciale.
TRENTO
Bolzano,
106.441
abitanti, è
situata nella parte orientale dell’Alto Adige nel punto in cui si
incrociano
le valli dei fiumi Sorentina, Isarco e Adige. Intorno alla città la
catena del Mendola, l’Altopiano del Salto, il Monte Tondo e a
sud-est il monte Pozza. Bolzano è collegata ai tre monti più vicini
da funivie (=teleféricos) che superano i mille metri di dislivello. La città è
attraversata dal torrente Talvera che confluisce nel fiume Isarco che
a sua volta si getta nell’Adige. Una volta città di mercanti e di
mecenati, è oggi anche città d'arte, di spettacolo, di cultura, di
scambio e di vacanza, grazie anche ad un'esplosione di nuove
infrastrutture come ad esempio l’aeroporto.
Bolzano
ha la caratteristica principale di essere una città dove convivono
tre gruppi linguistici: quello italiano, quello tedesco e quello,
seppur ampiamente minoritario, ladino.
BOLZANO
Enogastronomia:
Müller-Thurgau, Gewürztraminer (vini), i canederli, gli schlutzkrapfen (traducibili in italiano come mezzelune, sono dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della Val Pusteria, diffuso in tutta la regione del Tirolo), lo speck (un pezzo della coscia del suino erroneamente chiamato prosciutto crudo, completamente disossato, lievemente affumicato, tipico del territorio altoatesino. Il termine speck, in tedesco, significa letteralmente "lardo"), gli spätzle (gnocchetti di forma irregolare a base di farina di grano tenero, uova e acqua, originari della Germania meridionale, diffusissimi anche in Tirolo, Alsazia e Svizzera, Alto Adige e Trentino, nonostante la loro patria per eccellenza sia la Svevia e la Baviera), gli strauben (frittelle dolci tipiche tirolesi; hanno forma di chiocciola e sono composte da un impasto di farina, uova, latte, zucchero, burro e un aromatico bicchierino di grappa), lo strudel, il puzzone di Moena (formaggio), e naturalmente LA POLENTA (nella Valle del Chiese si coltiva una particolare varietà di mais, il “Nostrano di Storo”; un granoturco da cui si ricava la farina gialla di Storo, ingrediente principale per preparare la polenta, un alimento di antichissima origine molto comune nelle regioni dell'Italia settentrionale. Tradizionalmente, in varie zone del Trentino e dell'Alto Adige, la polenta era considerata un prodotto umilissimo, consumata principalmente dalla gente povera. Oggi è stata riscoperta anche dai grandi cuochi ed è tornata sui tavoli dei buongustai come una tra i protagonisti della buona tavola trentina. Inutile dire che sono centinaia le ricette che vedono protagonista la polenta, servita di volta in volta con cacciagione, formaggi o funghi. Una ricetta particolare è quella della “Carbonera”, una polenta particolarmente saporita preparata con della Spressa locale (è un formaggio italiano a Denominazione di origine protetta povero di grassi), del burro di malga e del vino rosso.
Müller-Thurgau, Gewürztraminer (vini), i canederli, gli schlutzkrapfen (traducibili in italiano come mezzelune, sono dei ravioli ripieni di spinaci e ricotta tipici della Val Pusteria, diffuso in tutta la regione del Tirolo), lo speck (un pezzo della coscia del suino erroneamente chiamato prosciutto crudo, completamente disossato, lievemente affumicato, tipico del territorio altoatesino. Il termine speck, in tedesco, significa letteralmente "lardo"), gli spätzle (gnocchetti di forma irregolare a base di farina di grano tenero, uova e acqua, originari della Germania meridionale, diffusissimi anche in Tirolo, Alsazia e Svizzera, Alto Adige e Trentino, nonostante la loro patria per eccellenza sia la Svevia e la Baviera), gli strauben (frittelle dolci tipiche tirolesi; hanno forma di chiocciola e sono composte da un impasto di farina, uova, latte, zucchero, burro e un aromatico bicchierino di grappa), lo strudel, il puzzone di Moena (formaggio), e naturalmente LA POLENTA (nella Valle del Chiese si coltiva una particolare varietà di mais, il “Nostrano di Storo”; un granoturco da cui si ricava la farina gialla di Storo, ingrediente principale per preparare la polenta, un alimento di antichissima origine molto comune nelle regioni dell'Italia settentrionale. Tradizionalmente, in varie zone del Trentino e dell'Alto Adige, la polenta era considerata un prodotto umilissimo, consumata principalmente dalla gente povera. Oggi è stata riscoperta anche dai grandi cuochi ed è tornata sui tavoli dei buongustai come una tra i protagonisti della buona tavola trentina. Inutile dire che sono centinaia le ricette che vedono protagonista la polenta, servita di volta in volta con cacciagione, formaggi o funghi. Una ricetta particolare è quella della “Carbonera”, una polenta particolarmente saporita preparata con della Spressa locale (è un formaggio italiano a Denominazione di origine protetta povero di grassi), del burro di malga e del vino rosso.
gli
schlutzkrapfen
gli strauben
Lo strudel
Lo speck
Personaggi
famosi:
Alcide
De Gasperi (politico), Gustav Thoeni (sciatore), Reinhold Messner
(alpinista).
Monumenti
e luoghi famosi:
Numerosi i castelli, fra cui ricordiamo il Castellodel Buonconsiglio a
Trento, le Dolomiti
(Madonnadi Campiglio,
in provincia di Trento),
le terme a Merano,
il Museo Archeologico dell’Alto Adige a
Bolzano con il suo
famoso Ötzi
(l'Uomo
venuto dal ghiaccio è un importantissimo ritrovamento archeologico
la cui esposizione pubblica contempla tuttavia delle problematiche
etiche e può urtare le diverse sensibilità. La forma scelta dal
museo per presentarlo è perciò del tutto riservata e discreta. Le
pareti completamente bianche evocano gli spazi di un paesaggio
innevato. Grafica ed architettura non entrano in concorrenza con la
mummia, collocata in un ambiente absidale appartato.La mummia è
visibile nella sua cella di refrigerazione solo attraverso una
finestrina di 40 x 30 cm ed è il visitatore stesso che decide se
soffermarvisi o meno. Per evitare l'essiccamento della mummia, è
necessario ricreare condizioni di conservazione le più vicine
possibile a quelle all'interno di un ghiacciaio, cioè - 6° Celsius
e umidità relativa che sfiora il 100%. Per l'esposizione nel museo è
stato sviluppato un apposito sistema di raffreddamento: una sorta di
"box" composto da due celle frigorifere indipendenti, un
laboratorio e una stanza di decontaminazione. Tutti gli ambienti sono
sterili, speciali filtri per l'aria garantiscono le condizioni di
asetticità. Una serie di sensori trasmette alla stazione EDP i
valori registrati (pressione, temperatura, umidità relativa, peso
corporeo). Contro le perdite di umidità viene spruzzata sul corpo
mummificato acqua sterilizzata, favorendo così la formazione di un
sottile strato di ghiaccio superficiale. A differenza degli altri
settori del museo, l'illuminazione del piano dedicato all'Uomo venuto
dal ghiaccio è bassa e soffusa. Più che di un espediente
scenografico, si tratta di una esigenza conservativa, in quanto i
reperti esposti sono estremamente fotosensibili).
Le terme di Merano
Il Castello del Buonconsiglio a Trento
Loggia del castello del Buonconsiglio
Piazza del Duomo di Trento
Tradizioni:
i Scheibenschlagen (il “lancio di dischi ardenti”),
Herz-Jesu-Feuer (i “fuochi del Sacro Cuore”), il Törggelen (la
degustazione dei prodotti della natura a fine stagione), la leggenda
del Re Laurino, quella del Regno dei Fanes, i giochi di carte, come
il Watten e il Mao Mao, i mercatini di natale.
I
dialetti e le lingue:
In
Alto Adige (Bolzano) la lingua indigena è il tedesco che si è
sviluppato e articolato su più livelli, dallo standard letterario,
alla lingua colloquiale, al dialetto. In alcune valli dolomitiche si
parla il ladino, una lingua romanza, riconosciuta dalla nostra
Costituzione tra le lingue di minoranza e custode di una cultura
molto forte e compatta dal punto di vista identitario. Con la fine
della Prima Guerra mondiale e l’annessione dell’Alto Adige al
territorio italiano è iniziata una sorta di italianizzazione: un
processo che non ha previsto passaggi intermedi e che, per questo, ha
portato alla diffusione di una varietà di italiano che molti
studiosi hanno riconosciuto come più vicina allo standard italiano,
proprio per la minor presenza di influenze dialettali sottostanti. La
situazione linguistica attuale prevede due lingue ufficiali, italiano
e tedesco affiancate da una terza entità, il ladino. Dal 1972 per i
cittadini della regione è obbligatorio il patentino di bilinguismo
per poter accedere a posti pubblici nella Provincia.
In Trentino
(Trento) si parla italiano, un italiano la cui base dialettale è
riconducibile ad altri dialetti italiani settentrionali.
RICETTA
DEI CANEDERLI
I
canederli, o Knödel detto alla Trentina, sono un piatto tipico della
gastronomia Tirolese, in particolar modo delle città di Trento e
Bolzano. Questo gustoso piatto è sicuramente uno dei più conosciuti
ed apprezzati della cucina Trentina ma accanto a tanta bontà, c'è
sicuramente da dire che i canederli sono un piatto molto calorico e
nutriente adatto soprattutto
al periodo autunnale ed invernale. Infatti, i canederli, non sono
altro che palline di pane
farcite con speck
o formaggio cotte nel brodo
di carne, che spesso vengono paragonati a degli gnocchi. Per quanto
riguarda le origini di questo piatto, possiamo dire che sicuramente i
canederli sono una ricetta antichissima di derivazione contadina. I
contadini, infatti, preparavano questo piatto utilizzando gli avanzi
di pane
diventato raffermo, insieme ai prodotti che l'allevamento gli
offriva: speck
e formaggio appunto, capisaldi della gastronomia Trentina anche ai
giorni nostri. Al giorno d'oggi, i canederli si sono evoluti ed
infatti ne possiamo trovare di tutti i tipi con farciture sempre
diverse: i classici allo speck
o formaggio, con gli spinaci,
con le erbette, ecc.
Preparazione
Mettete in
una scodella il pane raffermo tagliato a dadini, aggiungete le uova
sbattute con un pizzico di pepe e uno di sale ed il latte, mescolate
per bene e lasciate riposare per almeno un'ora coprendo il tutto con
un tovagliolo. Ricordate di mescolare di tanto in tanto il pane,
facendo attenzione a voltare quello di sotto al di sopra, in modo che
l'impasto assorba bene e in modo omogeneo dappertutto il
liquido.
Infatti il pane deve diventare umido e morbido ma senza frantumarsi.
Infatti il pane deve diventare umido e morbido ma senza frantumarsi.
Intanto,tagliate
finemente lo speck e la cipolla e preparate un soffritto in olio
extravergine d'oliva ed il burro. Lasciate raffreddare il soffritto
e, quando il pane sarà ammorbidito, incorporatelo all'impasto di
pane insieme agli altri ingredienti: il prezzemolo e l'erba cipollina
tritati, la noce moscata, e, alla fine, cospargervi sopra la
farina.
Mescolate il tutto e coprite il recipiente per almeno mezz'ora per far sí che tutti gli aromi dei vari ingredienti si mescolino. Passata la mezz'ora, formate con questo impasto delle polpette che dovranno avere un diametro di circa 8-10 centimetri. Per evitare che il composto si appiccichi troppo alle mani, bagnatele in una scodella d’acqua che terrete accanto. Una volta preparati, li si fa rotolare su un piatto infarinato e si tengono da parte.
Per quanto riguarda la cottura, ricordiamo che i canederli vanno cotti nel brodo bollente tutti insieme, quindi preparate il vostro brodo di carne e metteteci dentro i canederli per almeno 15 minuti a fuoco molto basso. Quando verranno a galla, i vostra canederli saranno pronti. Servite in brodo oppure con burro fuso e salvia, naturalmente ancora ben caldi.
Mescolate il tutto e coprite il recipiente per almeno mezz'ora per far sí che tutti gli aromi dei vari ingredienti si mescolino. Passata la mezz'ora, formate con questo impasto delle polpette che dovranno avere un diametro di circa 8-10 centimetri. Per evitare che il composto si appiccichi troppo alle mani, bagnatele in una scodella d’acqua che terrete accanto. Una volta preparati, li si fa rotolare su un piatto infarinato e si tengono da parte.
Per quanto riguarda la cottura, ricordiamo che i canederli vanno cotti nel brodo bollente tutti insieme, quindi preparate il vostro brodo di carne e metteteci dentro i canederli per almeno 15 minuti a fuoco molto basso. Quando verranno a galla, i vostra canederli saranno pronti. Servite in brodo oppure con burro fuso e salvia, naturalmente ancora ben caldi.
Come fare una buona polenta
Scaldare l'acqua in una pentola. Utilizzare un peso di farina pari ad un terzo del peso d'acqua: 600 gr. di farina (possibilmente a grana piuttosto grossa e di ottima qualità) per due litri d'acqua e 15 gr. di sale grosso.
Quando l'acqua bolle versare la farina poco per volta, mescolare bene, al fine di evitare il formarsi di grumi, fino a che l'impasto risulta abbastanza denso.
Cuocere rimestando frequentemente con la "trisa", il classico bastone di legno, girando di continuo, lentamente, in senso orario, portando l'impasto dal basso verso l'alto, almeno per quaranta minuti.
Servire in tavola, sul caratteristico "tabiel" (tagliere di legno a forma circolare).
Scaldare l'acqua in una pentola. Utilizzare un peso di farina pari ad un terzo del peso d'acqua: 600 gr. di farina (possibilmente a grana piuttosto grossa e di ottima qualità) per due litri d'acqua e 15 gr. di sale grosso.
Quando l'acqua bolle versare la farina poco per volta, mescolare bene, al fine di evitare il formarsi di grumi, fino a che l'impasto risulta abbastanza denso.
Cuocere rimestando frequentemente con la "trisa", il classico bastone di legno, girando di continuo, lentamente, in senso orario, portando l'impasto dal basso verso l'alto, almeno per quaranta minuti.
Servire in tavola, sul caratteristico "tabiel" (tagliere di legno a forma circolare).
Questa è la versione tradizionale, ma per chi ha fretta esiste la versione veloce della polenta: la polenta precotta, pronta in 8 minuti, la farina la si trova in tutti i supermercati italiani.
L'ABRUZZO
La regione è suddivisa in 4 province: L’Aquila (il capoluogo), Teramo, Pescara (la città più popolosa della regione) e Chieti. 1.342.975 erano gli abitanti nel 2011. La densità della popolazione è al di sotto della media nazionale: 123,4 abitanti per km quadrato rispetto a una media nazionale di 198,8 (dati del 2008). La fascia costiera è più abitata della zona montuosa.
Parole chiave per capire la regione:
- montagnosa e collinare (non ci sono pianure);
- terremoto (la provincia dell’Aquila è stata colpita da un violento sisma nell’aprile del 2009).
- Gran Sasso e Maiella sono le montagne più alte di tutto l’Appennino (dove si trovano anche impianti sciistici);
- il Parco Nazionale d’Abruzzo è una delle riserve più famose e più estese in Italia;
- la fisarmonica diatonica, strumento musicale presente in tutte le feste di paese;
- l'artigianato: uno dei settori economici più floridi soprattutto per la ceramica, il ferro, l’oro, i merletti e i tessuti, il rame, la pietra, il legno e la lana.
- i pastifici (come De Cecco e Del Verde);
- l'orso bruno marsicano (animale tipico della regione);
- lo zafferano (una delle coltivazioni più importanti dell’Abruzzo);
- la transumanza, tipica migrazione dei greggi di pecore dalle montagne (nel periodo invernale) alle zone costiere (nel periodo estivo).
- il trabucco, antica macchina da pesca, tipica delle coste abruzzesi.
-
Personaggi famosi: Il poeta latino Ovidio, il
poeta e drammaturgo Gabriele D’Annunzio, lo scrittore Ignazio Silone, lo
sceneggiatore Ennio Flaiano e il filosofo Benedetto Croce sono nati in
Abruzzo. La cantante Madonna e lo scrittore John Fante sono di origini
abruzzesi (molti abruzzesi nel secolo scorso sono emigrati all’estero).
Enogastronomia: il piatto simbolo della regione
sono gli spaghetti alla chitarra, detti anche maccheroni, fatti proprio
con l’attrezzo tipico, che vengono conditi nei più svariati modi. Famosi
anche i confetti di Sulmona. Per
quanto riguarda i vini, è conosciuto nel mondo il montepulciano
d’Abruzzo, ma nella regione si producono anche liquori, come il liquore
allo zafferano, il mosto cotto e l’Aurum.
Monumenti famosi: la Fontana delle 99 cannelle all’Aquila.
Etimologia della parola Abruzzo: dal latino (ad)
Praetutium, ovvero la terra dei Praetutii, un’antica popolazione italica
che viveva nella zona dell’attuale Teramo.
I dialetti abruzzesi sono quello sabino (in provincia
dell’Aquila), quello abruzzese adriatico (Teramo, Pescara e Chieti),
quello abruzzese occidentale (in provincia dell’Aquila), quello campano
(al confine con la Campania).Esiste anche una lingua di ceppo autonomo, la lingua albanese, parlata a Villa Badessa (Badhesa), frazione di Rosciano.
Notizie e dati presi da Wikipedia.
L’Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna è una regione del nord dell’Italia.
La regione, nata nel 1970, è suddivisa in 9 province: Bologna (il capoluogo), Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Ferrara (province dell’Emilia), Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini (province della Romagna). 4 milioni e 500 mila gli abitanti (gli emiliani e i romagnoli) nel 2011. La densità della popolazione è 198 abitanti per km quadrato, proprio uguale alla media nazionale. Il reddito pro-capite (circa 21.800 Euro) è uno dei più alti in Italia.
Parole chiave per capire la regione:
- pianeggiante (48% sono le pianure, le montagne sono il 25% e le colline il 27% del territorio);
- L’università di Bologna è la più antica del mondo.
- Il sistema educativo delle scuole materne di Reggio Emilia è tra i più prestigioso nel mondo.
- Famose le industrie meccaniche, come la Ferrari (a Maranello, vicino Modena), la Ducati, la Maserati e la Lamborghini e le industrie alimentari come la Barilla e la Parmalat.
- Il terremoto del maggio 2012 di magnitudo 6,0 della scala Richter ha colpito le province di Ferrara e Modena.
- Le ceramiche di Faenza e le piastrelle di Sassuolo.
- Numerose le piccole aziende a conduzione familiare, con produzioni di vario tipo.
- Molto diffuse le cooperative.
- Allevamento di bovini e suini.
- Il turismo estivo della riviera romagnola e quello invernale dell’Appennino bolognese e modenese.
- Circa 500mila sono gli immigrati stranieri.
Personaggi famosi:
Giuseppe Verdi (musicista), Guglielmo Marconi (scienziato), Ludovico
Ariosto, Giovanni Pascoli (poeti), Federico Fellini (regista),
Luciano Ligabue, Vasco Rossi, Laura Pausini, Francesco Guccini, Lucio
Dalla, Gianni Morandi, Luciano Pavarotti, Zucchero Fornaciari
(cantanti), Raffaella Carrà (showgirl), Guido Reni Antonio da
Correggio, Antonio Ligabue (pittore), Filippo Inzaghi, Marco
Simoncelli (sportivi), Giorgio Armani (stilista).
Enogastronomia: i
formaggi Parmigiano e Grana-Padano, i tortellini, l’aceto balsamico
di Modena, le lasagne, il ragù alla bolognesi, i ravioli, il
prosciutto di Parma, la piadina, il lambrusco e l’albana di Romagna
(vini), il sale di Cervia, le anguille di Comacchio.
Tradizioni: il
carnevale di Cento, il gran premio di San Marino si corre a Imola.
Maschera: pantalone di
Bologna.
Monumenti famosi:
Il
duomo di Modena
il battistero di Parma
la cattedrale di Bologna (San Petronio)
La torre degli Asinelli a Bologna
I portici di Bologna
il
palazzo dei Diamanti a Ferrara
il castello estense di Ferrara
i mosaici di
Ravenna
Il teatro Farnese di Parma
Etimologia della parola: Emilia
dal nome della strada costruita dai Romani “Aemilia” che
collegava Rimini a Piacenza. Romagna dal nome “Romania”, regione
sotto il controllo Bizantino.
I dialetti: sia
l’emiliano che il romagnolo appartengono al gruppo dei dialetti
gallo-italici.
LA PUGLIA
La Puglia è una regione del Sud dell'Italia. La regione è suddivisa in 6 province: Bari (il capoluogo), Foggia, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Lecce, Taranto. Confina a nord-ovest con il Molise, a ovest con la Campania e la Basilicata ed è bagnata dal mare Adriatico a est e nord e dal mar Ionio a sud. 4milioni e 90mila gli abitanti (i pugliesi) nel 2011. La densità della popolazione è 211 abitanti per km quadrato, superiore alla media nazionale di 198. Il reddito pro-capite è pari a 13.470 Euro.
Parole chiave per capire la regione:
- Pianeggiante (53%) e collinare (45%);
- con 800 chilometri di coste è una delle regioni italiane con maggiore sviluppo costiero. Lungo la costa si alternano tratti rocciosi (come sul Gargano), falesie (coste rocciose dalle pareti a picco), ma anche litorali sabbiosi (come lungo il Golfo di Taranto).
- La Puglia conosce negli ultimi anni uno sviluppo accelerato del turismo che, però, presenta dei limiti: esso è soprattutto nazionale e estivo.
- Tra le regioni del Mezzogiorno, l’economia della Puglia è quella che ha registrato negli ultimi anni l’andamento migliore.
- Coltivazione di pomodori (circa il 50% dei pomodori italiani sono prodotti in Puglia), ulivi e cereali.
- Buoni livelli di specializzazione in numerosi comparti industriali, fra cui quello siderurgico.
- Il Tavoliere delle Puglie rappresenta la più estesa pianura d’Italia dopo la Pianura Padana;
- L’arcipelago delle Tremiti, a nord-est al largo del promontorio del Gargano.
- La Fiera del Levante è una delle principali fiere italiane e del Mediterraneo, con sede a Bari.
- 95mila gli immigrati.
Enogastronomia: Le
orecchiette, i cavatelli (tipi di pasta), il pane di Altamura, i
taralli e le friselle (anello di pasta non lievitata cotto in forno);
la burrata (simile alla mozzarella ma dalla consistenza molto più
morbida e filamentosa, prodotto nelle Murge in particolare ad
Andria); il primitivo di Manduria e il Negramaro (vini), le ciliegie
di Cerignola.
Personaggi famosi:
Carmelo Bene (drammaturgo); Domenico Modugno, Anna Oxa, Ron,
Negramaro, Caparezza, (cantanti); Renzo Arbore, Nino Rota
(musicisti); Riccardo Muti (direttore d’orchestra); Pietro Mennea
(atleta); Aldo Moro (politico); Antonio Cassano (calciatore); Tommaso
d’Aquino (teologo); Rodolfo Valentino (attore).
Tradizioni: Numerose
le feste e sagre di carattere religioso. Il carnevale di Putignano.
La danza detta Taranta o Pizzica (fa parte della grande
famiglia delle danze di tradizione denominate tarantelle,
come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse
nell'Italia meridionale. Secondo alcuni studiosi il nome "tarantella"
deriva da "taranta", termine dialettale delle
regioni meridionali italiane per designare la tarantola o Lycosa
tarentula, un ragno velenoso diffuso nell'Europa meridionale. In
quelle zone il ballo della tarantella è in parte legato alla terapia
del morso della tarantola. La tradizione affidava al veleno di questo
ragno effetti diversi, a seconda delle credenze locali: malinconia,
convulsioni, disagio psichico, agitazione, dolore fisico e sofferenza
morale. Chi veniva morso o credeva di essere stato morso da una
tarantola (ma anche da scorpioni, insetti o rettili vari) tendeva ad
un esagerato dinamismo e ricorreva a terapie coreo-musicali,
particolarmente efficaci durante la festività dei santi Pietro e
Paolo che, mediante l'insistenza della pratica della danza,
provocassero l'espulsione del veleno attraverso sudori ed umori. Per
lo studio del fenomeno del tarantismo in Italia è fondamentale
l'opera di Ernesto De Martino, ("La terra del rimorso").
Monumenti e luoghi famosi:
Castel del Monte a Andria, i trulli di Alberobello, la basilica di
Santa Croce e il Duomo di Lecce, la cattedrale di Trani, la basilica
di San Nicola a Bari, Gallipoli.
I dialetti: nella
parte centro-settentrionale della regione si parla il pugliese
propriamente detto. Nel Salento si parla invece il dialetto salentino
(molto simile al siciliano). Il dialetto tarantino viene invece
parlato nella zona di Taranto.
(Notizie e dati da Wikipedia).
GRAVINA in provincia di Bari
CASTEL DEL MONTE
IL LAZIO
Il Lazio è una regione del centro Italia. La regione è suddivisa in 5 province: Roma (il capoluogo, nonché capitale dello stato italiano), Viterbo, Rieti, Frosinone e Latina. Con 5.892.149 abitanti è la seconda regione più popolata d'Italia dopo la Lombardia, e la nona per estensione della superficie. La densità della popolazione è 335 abitanti per km quadrato, ben superiore alla media nazionale di 198. Il reddito pro-capite è pari a 19. 138 Euro.
Parole chiave per capire la regione:
- collinare (54% sono le colline, le montagne sono il 26% e le pianure il 20% del territorio);
- La costa laziale è molto regolare, bassa e sabbiosa.
- Il Tevere è il maggiore fiume della regione.
- Davanti a Gaeta si trova l’Arcipelago Pontino, composto da sei piccole isole.
- Ci sono importanti laghi nella regione tra cui il lago di Bolsena, lago di Bracciano, lago di Albano e il lago di Nemi (famoso dai tempi degli etruschi)
- il Lazio è la seconda regione d’Italia per PIL prodotto dopo la Lombardia.
- Il Lazio presenta numerosi parchi e riserve naturali protette, come il Parco Nazionale del Circeo e il Parco Nazionale del Gran Sasso.
- Il turismo (soprattutto quello religioso) è una delle risorse economiche più rilevanti: oltre 10 milioni i turisti nel 2007.
- L’economia dei servizi legati alla pubblica amministrazione pesa per circa l’ 8%, circa il doppio della media nazionale.
- Dal 2006 si tiene a Roma il Festival Internazionale del Film di Roma.
- A Cinecittà si trovano gli studi televisivi e cinematografici più importanti in Italia.
- Circa 550mila sono gli immigrati stranieri.
Personaggi famosi:
Francesco Totti, Bruno Conti (calciatori), Vittorio De Sica, Gina
Lollobrigida, Gigi Proietti, Nino Manfredi, Enrico Montesano, Anna
Magnani, Monica Vitti, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni (attori),
Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Renato Zero, Claudio
Baglioni, Eros Ramazzotti (cantanti), Alberto Moravia (scrittore),
Trilussa (poeta), Laura Biagiotti (stilista)
Enogastronomia: I vini
Frascati e Est Est Est, coda alla vaccinara, rigatoni alla pajata,
bucatini all’amatriciana, spaghetti cacio e pepe, spaghetti alla
puttanesca, saltimbocca alla romana, l’abbacchio, carciofi alla
romana, trippa alla romana, pecorino romano,
Tradizioni: la Befana,
Maschera: Rugantino
Monumenti famosi:
Tutto il centro storico di Roma (dove ad
esempio troviamo il Colosseo, la Fontana di Trevi, il Pantheon, il
Foro, castel Sant’Angelo, Piazza di Spagna, Piazza Navona), le
Terme di Caracalla, il Teatro Massimo, le proprietà
extraterritoriali della Santa Sede (Vaticano) nella
città e la Basilica di San Paolo fuori le
mura sono protetti dall’UNESCO. Nel Lazio
anche Villa Adriana e Villa
d’Este a Tivoli e le Necropoli etrusche di Cerveteri
e Tarquinia rientrano tra i siti protetti.
Etimologia della parola: dal
latino Latium, che a sua volta proviene da latus, ovvero paesaggio
esteso.
I dialetti sono
classificati in cinque aree fondamentali: Area della Tuscia, Area
Reatina, Area Ciociara/Laziale, Area Romanesca e Area
meridionale.
Notizie e dati da Wikipedia.
Il Pantheon spiegato da Alberto Angela
L'ANFITEATRO FLAVIO (IL COLOSSEO) spiegato da Alberto Angela
GLI OBELISCHI DI ROMA
SIMBOLI DEL FORO ROMANO
IL CIRCO MASSIMO
AREA SACRA DI LARGO ARGENTINA